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Falla nel deposito di plutonio più grande del mondo. L’inchiesta del Guardian spaventa l’Inghilterra: “Rischio nucleare per la popolazione”

Ad esser compromesso è il deposito B30, all’interno dell’impianto di Sellafield, nel nord dell’Inghilterra. Le crepe non potranno esser riparate e il liquido radioattivo potrebbe contaminare le falde acquifere

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L'impianto di Sellafield’s - Foto David Levene / The Guardian
L'impianto di Sellafield’s - Foto David Levene / The Guardian

Non c’è pace per la centrale nucleare di Sellafield, situata nel Nord dell’Inghilterra e considerata la più grande d’Europa ma anche - potenzialmente - la più pericolosa. Dopo gli attacchi informatici ad opera di presunti gruppi hacker legati a Russia e Cina è finita al centro di una emergenza causata dall’incuria. Nell’impianto, usato non più per la produzione di energia ma come sito per lo smaltimento di scorie nucleari, si sarebbe verificato un incidente nucleare ancora in corso. A lanciare le pesanti accuse è stato il Guardian, che ha puntato il dito contro i vertici della società di gestione, colpevole di aver volutamente insabbiato quanto accaduto.

Si rischia una nuova emergenza Chernobyl?

L’incidente, e dunque l’emergenza, non è però rientrata. Stando alle informazioni in possesso del tabloid, un serbatoio identificato come B30 sarebbe pesantemente compromesso. I fanghi radioattivi in esso contenuti sarebbero fuoriusciti, e non si può far nulla per risolvere il problema. L’emergenza, ad esser più precisi, potrebbe addirittura peggiorare, e protrarsi fino al 2050. Le conseguenze per tutta l’area sono incalcolabili, anche perché, scrivono gli stessi gestori dell’impianto in un documento ufficiale, il rischio è che le scorie finiscano col contaminare le falde acquifere.

In un altro documento, inviato nel novembre 2022 - e visionato dal Guardian - ai membri del consiglio di amministrazione, si parla poi di altri problemi gravi che affliggono l’intero impianto. Si va dalle carenze generiche, alla sicurezza nucleare, passando per rischi amianto e all’incapacità di rispondere agli standard antincendio. Un portavoce del ministero dell'Energia ha intanto avvertito che la vicenda necessita di chiarimenti: “Ci aspettiamo gli standard più elevati di tutela e sicurezza, anche negli ex siti nucleari smantellati”, ma nessuna parola in merito ai rischi per la popolazione.

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