Creato un super grano che rimane produttivo anche in caso di grave siccità
A svilupparlo è stato un team di ricercatori argentini che ne hanno migliorato le caratteristiche grazie ad un gene tipico del girasole
L’ingegneria genetica non sempre viene vista di buon grado dagli ambientalisti, e le ragioni sono assolutamente valide. Tuttavia, classificare rigidamente un qualcosa come “peggiore”, o “migliore”, risulta talvolta difficile. Se è vero che nei Paesi dove le terre sono fertili, e si può far anche affidamento su grandi riserve idriche, l’uso delle sementi tradizionali rappresenta la scelta probabilmente migliore, è altrettanto vero che, in tutte quelle aree geografiche più estreme, caratterizzate da condizioni climatiche non favorevoli, non si potrebbero ottenere produzioni alimentari senza un "aiutino". Ora, un team di ricercatori argentini, ha annunciato sulle pagine del Journal of Experimental Botany di aver creato un super grano in grado di rimane produttivo anche in caso di grave siccità. Tale condizione, è risaputo, è uno dei principali fattori limitanti della coltivazione del frumento, ma ora tale limite sembra esser stato superato.
I ricercatori hanno ottenuto il super grano inserendo nel patrimonio genetico del frumento tenero un gene di resistenza alla siccità isolato dal Dna del girasole e denominato HaHB4. I test condotti in campo hanno dimostrato che la nuova varietà è in grado di esprimere produzioni soddisfacenti anche in condizioni di mancanza di acqua. Il frumento geneticamente modificato, hanno evidenziato gli scienziati, ha registrato in media un 6 per cento in più di produzione, e un importante 9,4 per cento extra di efficienza dell'uso dell'acqua. L'aumento di produzione è riconducibile all'incremento dell'8 per cento nella quantità di semi per metro/quadrato.
La sperimentazione degli scienziati argentini, conclusa a fine 2020, non è certamente la prima nel suo genere, ma risulta esser l’unica, ad oggi, ad aver garantito una produttività standard della coltura. Il risultato ottenuto grazie all’uso del gene HaHB4 si è rivelato insomma vincente. La sfida, che si sta affrontando nel bel mezzo di una serie di drastici cambiamenti climatici, è ardua. Il mondo deve sfamare una popolazione in costante aumento, e l’unico modo per ottenere dei risultati è quello di ottimizzare il consumo delle risorse, migliorando contemporaneamente le caratteristiche nutritive e la produttività, meglio ancora riducendo l’uso di agrofarmaci.
Journal of Experimental Botany