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Le acque di scarto della produzione di olio di oliva diventano una preziosa risorsa

Gli scarti, difficilmente trattabili negli impianti di depurazione convenzionali, possono essere trasformati dalle microalghe. Tutto sul progetto MEWLIFE

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L’Europa produce circa il 70 per cento dell’olio d’oliva nel mondo, con Spagna, Italia e Grecia come principali produttori. Le acque reflue provenienti dagli impianti di produzione dell’olio d’oliva non possono essere trattate in impianti di depurazione biologica convenzionali a causa dell’effetto tossico degli antiossidanti (polifenoli) sui fanghi attivi. Come risultato, queste acque reflue vengono scaricate nell’ambiente agendo come agenti antimicrobici e fitotossici. E se invece venissero riutilizzate, trasformandosi in risorsa? E’ l’obiettivo del progetto MEWLIFE, cofinanziato dal programma Life della Commissione europea, uno dei progetti di ricerca e sviluppo in cui NextChem ricopre il ruolo di coordinatore.

Un progetto che punta a dimostrare i benefici ambientali e la fattibilità economica di un processo innovativo di coltivazione della biomassa algale. In particolare, è previsto il riutilizzo e la valorizzazione delle acque di scarto della produzione di olio di oliva: i composti di interesse, carotenoidi e amido, accumulati nella biomassa algale vengono estratti e utilizzati per applicazioni in nutraceutica e per la produzione di biopolimeri.

Le microalghe sono infatti una biomassa promettente per la fornitura sostenibile di materie prime e prodotti specializzati in diversi settori tra cui quello alimentare. Nonostante questo grande potenziale, l’implementazione dell’impiego di questa classe di microorganismi su scala industriale ad oggi è limitata, principalmente per motivi di tipo economico. Il principale ostacolo riguarda la disponibilità di biomassa microalgale su scale commerciale a costi accettabili. E a questo lavora MEWLIFE.

L’impianto pilota di coltivazione delle microalghe è stato realizzato da NextChem. Cuore dell’impianto sono i due fermentatori che vengono riempiti con biomassa che poi, alla concentrazione desiderata, viene inviata alla centrifuga per separare le microalghe dal cosiddetto ‘brodo di coltivazione’. Le alghe vengono poi essiccate: il prodotto finale è una polvere algale. Ad occuparsi della gestione operativa dell’impianto pilota, nell’ambito del progetto MEWLIFE, è Bio-P, società controllata da NextChem.

MEWLIFE è un progetto che coinvolge sei partner, in Italia e Grecia. Capofila del progetto è NextChem, gli altri partner sono: Bio-P, Htr, Labor, Megara, Technosind.

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