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La Guerra in Ucraina rischia di riportare sugli scaffali i prodotti con l’olio di palma

Il conflitto bellico sta causando il rapido esaurimento delle scorte di olio di semi. Per l’industria alimentare questo è un grosso problema. Per non fermare le produzioni si potrebbero persino valutare opzioni “poco sostenibili”

di Roberto Zonca   
Foto Shutterstock
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Nei supermercati italiani l’olio di girasole - come anche quello di semi o di mais - è diventato merce preziosa. Le quantità disponibili sul mercato, a seguito della guerra scoppiata in Ucraina, sono sempre più limitate e così i prezzi volano inevitabilmente alle stelle. Per l’industria alimentare questo è un grosso problema, perché senza olio molte produzioni rischiano di bloccarsi, innescando inevitabilmente situazioni di crisi difficilmente gestibili.

E allora si valutano tutte le alternative disponibili al classico olio, e come in un film già visto compare di nuovo l’opzione olio di palma. Tale “risorsa”, il cui utilizzo è vietato nell’Unione europea dal 2007, viene identificato come cancerogeno e in grado di danneggiare i sistemi riproduttivi, degli animali come anche dell'uomo, ma una guerra come quella in corso potrebbe riportarla comunque sia in auge.

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Le alternative per l’industria alimentare non sono poi tante. Il ministero dello Sviluppo Economico ha già dato il suo assenso per una temporanea modifica delle etichette. I vari produttori potranno sostituire l’olio di girasole con “altri grassi vegetali”, termine generico che potrebbe includere un po’ di tutto. Ad esser interessati sono tutti i prodotti che oggi contengono olio di girasole, e sono tantissimi. Questo "grasso vegetale" si trova comunemente in:

- bevande vegetali
- biscotti
- creme spalmabili
- merendine
- panna e besciamelle vegetali
- pasta ripiena
- pasta sfoglia
- patè
- pesto
- preparati per brodo
- prodotti da forno (sia dolci che salati)
- prodotti sott’olio (ortaggi, tonno, salmone ecc ecc)
- salse (sughi e anche maionese)
- snack e barrette
- zuppe pronte

L’industria dovrà dunquye impegnarsi, e scegliere rapidamente qualcosa che non alteri il sapore, l’aspetto e la consistenza dei propri prodotti, e l’olio di palma sembra al momento la scelta più logica… benché controversa. L’unico strumento a disposizione dei consumatori resta l’etichetta che, guerra o non guerra, dovrà indicare a chiare lettere il contenuto di un dato prodotto.

A cura di Roberto Zonca

di Roberto Zonca   
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