La plastica non riciclabile diventa risorsa, ecco come una start up è riuscita a trasformarla in mattoni
L’idea, vincitrice del premio Young Champions of the Earth 2020 delle Nazioni Unite, è di una startup kenyana che oggi produce ogni giorno 1.500 mattoni, dando lavoro a 112 persone
Negli ultimi anni la plastica si è resa nota all’opinione pubblica non per la sua infinita duttilità, quanto per i danni che sta creando all’ambiente. I materiali plastici, tuttavia, sono preziosi e hanno contribuito in maniera importante allo sviluppo economico di molti paesi. Il problema, dunque, non è tanto nella risorsa ma nella sua gestione, specie a fine vita. Stando ad un recente rapporto del WWF ogni anno finiscono abbandonati nell’ambiente qualcosa come 100 milioni di tonnellate di materiali plastici. Sperare in una soluzione capace di metter fine rapidamente all’emergenza globale sarebbe utopistico. Molte aziende si stanno tuttavia attivando per trovare soluzioni in grado di contrastare il degrado ambientale. L’ultima idea è arrivata recentemente da una piccola startup kenyana, che ha conquistato il premio Young Champions of the Earth 2020 delle Nazioni Unite, guidata dall’imprenditrice Nzambi Matee.

La startup ha trovato il modo di trasformare la plastica considerata fino ad oggi non riciclabile in mattoni tanto resistenti da competere con i classici realizzati in calcestruzzo. La Gjenge Makers, con sede a Nairobi, dopo anni di ricerca e test ha prodotto dei mattoni - ma anche piastrelle per pavimentazione e coperture per tombini - mescolando la plastica con la sabbia.

L’idea, apparentemente banale, ha incontrato rapidamente il favore del mercato. Oggi, a due anni dalla sua fondazione, la start-up produce quotidianamente tra i 1.000 e i 1.500 mattoni. Dall’inizio dell’attività, fa sapere Matee, laureata in scienze dei materiali, la Gjenge Makers ha riciclato ben oltre 20 tonnellate di rifiuti di plastica, e si appresta ad aumentare la produzione attivando una seconda linea che potrebbe persino triplicare la capacità produttiva. Un’idea vincente dunque, che non solo ha permesso di recuperare plastica che diversamente sarebbe finita nell’ambiente, ma che ha generato anche un grande impatto sociale: ad oggi la piccola startup offre lavoro a più di 110 persone.