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Pet food: una guida per orientarsi tra ingredienti, tipologie ed etichette ingannevoli

In Italia è boom di cibo industriale, promosso anche dai veterinari, per animali domestici. Le alternative al pet food sono sicure? Il ruolo delle fake news

Stefania Elena Carnemolladi Stefania Elena Carnemolla   

Sono 60 milioni e 227 mila i pet in Italia secondo il rapporto 2019 di ASSALCO e Zoomark International sulla cura e l’alimentazione degli animali da compagnia: 30 milioni di pesci, 12,8 milioni di uccelli, 7,3 milioni di gatti, 7 milioni di cani, 1,8 milioni di piccoli mammiferi e 1,3 milioni di rettili. Il 38% delle famiglie possiede un cane (27,1%) o un gatto (18,3%), mentre il 3,1% uccelli, il 2,5% pesci, il 2% animali da terrario, lo 0,8% altri animali domestici e lo 0.3% roditori.

I pet in Italia © ASSALCO/Zoomark International

Parallelamente è in buona salute il mercato del pet food con la sola alimentazione per cani e gatti che nel 2018 ha generato un giro d’affari di oltre 2 miliardi di euro facendo segnare una crescita dell’1,5%, mentre di 13,4 milioni di euro è stato il fatturato per l’alimentazione di uccelli, roditori, pesci e tartarughe.

Mercato del pet food in Italia © ASSALCO/Zoomark International

Secondo i dati di un’indagine Doxa, menzionata nel rapporto, sono il 76,1% i cani e il 90% i gatti che vengono nutriti con alimenti industriali. Il 13,4% dei cani consuma, invece, pasti preparati a casa, il 7,2% avanzi di cucina mentre il 3,3% si procura il cibo autonomamente. A consumare pasti preparati in casa è, invece, il 5,5 dei gatti, con il 2,4% che mangia avanzi e il 2,1% che si procura il cibo autonomamente.

Possesso responsabile © ASSALCO/Zoomark International

I VETERINARI APPROVANO IL PET FOOD 

Cosa pensano i medici veterinari del pet food? È giusto somministrare ai propri pet cibo preparato in casa o avanzi? I proprietari sono sempre consapevoli dei bisogni nutrizionali, ad esempio, di cani e gatti? Secondo un’indagine di ANMVI, l’associazione nazionale dei medici veterinari italiani, i veterinari credono nel pet food, con il 94,81% che consiglia ai propri clienti, in assenza di patologie specifiche, alimenti secchi e l’83,12% alimenti umidi, mentre in caso di patologie il 96,4% è per il secco e il 92,5% per l’umido.

Croccantini per il cane di casa © 1zoom.net

Per il 62% degli intervistati le materie prime utilizzate per la produzione di pet food sono sicure, mentre non la pensa così l’11%. Se il 93,85% dei veterinari evidenzia un errore comune a molti proprietari che danno troppo da mangiare ai propri animali causando, così, problemi di obesità che possono portare a diverse patologie, il 92,53% giudica negativamente l’alimentazione casalinga a causa del “mancato bilanciamento di materie prime”.

A rischio obesità © 1zoom.net

I veterinari, queste le conclusioni dell’indagine, considerano il pet food un alimento equilibrato, completo, sicuro, facile da conservare, gestire e somminstrare, al contrario di un’alimentazione casalinga a base di scarti. E se non c’è una preclusione nei confronti dell’alimentazione casalinga basata su ricette del medico veterinario nutrizionista, l’indagine ha fatto emergere alcune perplessità: non è più economica del pet food; non è semplice definire ricette specifiche per una data tipologia di animale o in caso di patologie; spesso le ricette sono “difficili da gestire e realizzare”, ciò che può portare un proprietario a stancarsi e, di conseguenza, a non rispettare le indicazioni del veterinario nutrizionista, con danni per la salute dell’animale.

Cucinare per i pet © Shutterstock

LE ALTERNATIVE AL PET FOOD SONO SICURE?

Le alternative al pet food sono sicure: l’Unione Nazionale Consumatori nella sua guida sul cibo per pet riconosce che tra i dubbi frequenti tra i proprietari c’è proprio quello di pensare che ciò che mangiano loro vada bene anche per gli animali di casa o che sia migliore del pet food.

In tal senso il rapporto ASSALCO-Zoomark International riporta, ad esempio, il parere del professor Pier Paolo Mussa, laureato in Medicina Veterinaria, un diploma allo European College of Veterinary and Comparative Nutrition, già ordinario di alimentazione zootecnica all’Università degli Studi di Torino, nonché ex presidente della Società Italiana di Alimentazione e Nutrizione Animale: “Alcuni proprietari sono convinti di essere in grado di preparare essi stessi le razioni per i loro animali, basandosi su tradizioni, consigli di amici e conoscenti, letture più o meno specializzate. Un dato certo, noto fin dall’antichità, è che le esigenze nutritive di questi animali sono molto diverse da quelle degli esseri umani. In tempi recenti esse sono state ben definite dal punto di vista scientifico e nel contempo sono stati messi a punto metodi affidabili di determinazione del valore nutritivo dei singoli alimenti, metodi di preparazione e conservazione degli alimenti poco invasivi e rispettosi delle esigenze delle varie specie. Si sono inoltre messe in luce le profonde interazioni tra molti nutrienti. Come in una squadra di calcio vincente sono importanti i singoli giocatori (in questo caso i nutrienti), ma è fondamentale la loro collaborazione (l’equilibrio nutritivo).

La conservazione e la salubrità degli alimenti, specie quelli di origine animale, non sono da sottovalutare in quanto potrebbero essere contaminati da batteri come E. coli o Salmonella che possono far ammalare l’animale e gli esseri umani con i quali entra, anche indirettamente, in contatto. I produttori di alimenti per animali da compagnia hanno misure di sicurezza e controllo in atto durante tutto il processo di produzione per prevenire tali problemi. Anche gli avanzi della tavola possono essere dannosi. Dal punto di vista nutrizionale, è bene evidenziare che l’apparato digerente di cani, gatti e altri piccoli animali è molto diverso dal nostro e non è in grado di assimilare gli stessi alimenti che compongono la dieta umana: sughi, grassi cotti, ed altre sostanze non si adattano al metabolismo degli animali, e col passare del tempo possono essere dannosi, provocando una serie di patologie più o meno serie per l’animale. L’industria specializzata nella preparazione di alimenti per animali da affezione dispone di laureati specializzati in alimentazione che controllano sistematicamente le materie prime, il sistema produttivo, le ricette ed il prodotto finito tenendo conto del continuo progredire delle conoscenze scientifiche.

Cane e cibo per umani © 1zoom.net

Un aspetto molto importante è anche il processo di tracciabilità che consente di seguire il percorso commerciale dei vari prodotti nell’ottica di migliorarli costantemente e di individuare prontamente eventuali problemi. Solo i singoli proprietari e i veterinari vengono a conoscenza delle patologie conseguenti a difetti dell’alimentazione casalinga mentre quelli imputabili ad alimenti industriali sono prontamente individuati, con il vantaggio di poterli evitare”.

TIPOLOGIE DI CIBI PER PET

Cosa sanno i consumatori del pet food? Che differenza c’è tra pet food e snack & treats? Come districarsi tra tipologie, etichette e ingredienti? Certe etichette possono trarre in inganno?

Pet food, spiega, ad esempio, il rapporto di ASSALCO e Zoomark International è l’insieme degli alimenti industriali per animali da compagnia secchi, come i croccantini, o umidi, come paté e bocconcini in salsa. Questi prodotti vengono definiti completi perché “forniscono tutti i nutrienti nelle quantità e nelle proporzioni richieste dall’animale da compagnia”. Gli snack & treats sono, invece, quegli alimenti dati ai pet in aggiunta al pasto completo e considerati, pertanto, complementari: parliamo di spuntini o fuori pasto dati come ricompensa o con “obiettivi funzionali”, ad esempio, per favorire l’igiene orale.

Cibo per cani © PxHere

All’interno dei prodotti industriali completi standard, spiega il rapporto, ci sono quelli di mantenimento e quelli dietetici, che devono essere entrambi conformi alla normativa comunitaria in materia. I primi sono per animali in buona salute mentre quelli dietetici sono destinati ad animali con specifiche esigenze per quanto riguarda processo digestivo, assorbimento e metabolismo – un esempio , spiega il rapporto, sono quei prodotti formulati per offrire un supporto nutrizionale in caso di insufficienza renale cronica. Può, pertanto, aiutare a scegliere il giusto prodotto, spiega il rapporto, un veterinario esperto in alimentazione animale.

Visita veterinaria © 1zoom.net

Se una dieta giornaliera equilibrata deve poter contenere la giusta quantità e qualità di proteine, grassi, carboidrati, vitamine e minerali essenziali, la combinazione di questi nutrienti deve tener conto dei fabbisogni dell’animale che variano a seconda dell’età, razza, taglia, salute, riproduzione, condizioni ambientali e stile di vita, se si tratta, cioè, di animale attivo o sedentario. A vigilare, infine, sulle formulazioni del cibo per pet è con le sue linee guida la FEDIAF, la federazione europea dell’industria degli alimenti per animali da compagnia, che ha anche stilato un codice di buone pratiche per la loro etichettatura.

GLI INGREDIENTI DEI CIBI PER PET

Quali sono gli ingredienti tradizionalmente usati nei cibi per gli animali da compagnia? L’Unione Nazionale Consumatori li ha raggruppati per categorie: ingredienti di origine animale, vegetale, minerali e additivi. Tra i primi ci sono pollo, manzo, agnello, salmone, tonno eccetera perché “fonti proteiche di alta qualità” e che sull’etichetta, vengono indicati, a seconda, come carne e derivati e pesce e sottoprodotti di pesce. A questo questo gruppo, spiega la guida, appartengono anche gli acidi grassi Omega-3, uova e prodotti a base di uova, fonte di protetine, nonché latte e derivati del latte, che garantiscono un importante tenore di vitamine e sali minerali. Se si vuole, ad esempio, servire del pesce al proprio pet, meglio scegliere prodotti adatti e non tonno destinato al consumo umano. 

Tonno per uso umano per il gatto di casa © Pet WebMD

Tra gli ingredienti, invece, di origine vegetale ci sono verdure, legumi e cereali: “Le verdure, come carote, fagiolini, melanzane e patate dolci, ma anche i loro derivati, come la polpa di barbabietola” spiega la guida “sono preziose fonti di fibre, minerali e vitamine. I legumi, come i piselli, contengono proteine di alta qualità. I cereali come il granturco, il riso, l’avena, il frumento e l’orzo sono costituiti principalmente da carboidrati, una fonte di energia di primaria importanza, ma contengono anche proteine e fibre in quantità, molto utili per la salute dell’apparato digerente”.

Croccantini per gatto © PxHere

Tra i minerali, indispensabili per lo sviluppo e il corretto equilibrio dell’organismo, la guida ricorda, ad esempio, il calcio, il fosforo e il magnesio. Per capire la quantità di minerali in un alimento per animali da compagnia, spiega la guida, si può fare riferimento a quella di ceneri grezze dell’etichetta: “Niente paura! Naturalmente non viene aggiunta cenere al pet food, questo termine indica semplicemente la percentuale di minerali che rimarrebbe dopo il totale incenerimento dell’alimento. Dichiarare la quantità di ceneri grezze in etichetta è obbligatorio in virtù della normativa europea” rassicura l’Unione Nazionale Consumatori.

Gli additivi, infine, possono essere di tipo nutrizionale come, ad esempio, vitamine, aminoacidi, e oligoelementi, tecnologici come antiossidanti e conservanti, e sensoriali come coloranti e aromatizzanti. Tutti questi additivi, precisa la guida, sono sicuri, autorizzati e regolamentati dalla legislazione comunitaria.

FALSI MITI SUI SOTTOPRODOTTI

Alcuni preparati per alimentazione animale possono contenere sottoprodotti o derivati animali che molti consumatori confondono per avanzi o scarti di cattiva qualità. Di cosa si tratta, invece? “Sono ingredienti” spiega la guida “derivati da animali dichiarati idonei al consumo umano, che però non sono destinati alle nostre tavole per diversi motivi (presentazione o aspetto, tipo di materia prima, scarsa domanda da parte dei consumatori e così via). Costituiscono tuttavia materie prime ad alto valore nutrizionale, ricche in particolare di proteine, che fanno la gioia dei pet. Disfarsene sarebbe uno spreco”. Al contrario, questi sottoprodotti possono apportare ai pet più nutrienti delle classiche carni che si trovano in genere sulle tavole. La guida fa l’esempio della vitamina B2, la riboflavina, contenuta nei reni e nel fegato e che “può superare anche di dieci volte quella presente nelle carni magre”. Oltre a essere molto digeribili, continua la guida, i sottoprodotti garantiscono una scorta di sostanze nutritive come aminoacidi essenziali, vitamine, grassi e minerali che aiuteranno il gatto o il cane di casa a “fare il pieno di energia e a mantenersi in forma e in salute”.

L’utilizzo di questi sottoprodotti, infine, contribuisce a ridurre l’impatto ambientale “perché” spiega la guida “consente di non sprecare quelle parti poco apprezzate da noi umani, ma graditissime al palato dei nostri amici a quattro zampe”. Ricapitolando: i sottoprodotti sono ingredenti genuini, non sono scarti ma parti edibili ricavate da bestiame allevato e controllato con cura; piacciono ai pet perché sono parti ricche di proteine di qualità che cani e gatti apprezzano e mangiano da sempre;i contribuiscono a ridurre gli sprechi perché, anche se meno richieste dal mercato per la produzione di alimenti per consumo umano, vengono utilizzate per la produzione del cibo per pet.

ETICHETTE INGANNEVOLI

Molto spesso le etichette di cibo per animali domestici riportano la scritta cruelty free. C’è da fidarsi? Il messaggio che si vuole veicolare è che non sono stati condotti test invasivi sugli animali in fase di ideazione e produzione dell’alimento. Ma è proprio così? “I bollini utilizzati in funzione di icone di tali messaggi” spiega la guida “tuttavia, non sono il frutto di certificazione, ma veicolano autodichiarazioni, cioè affermazioni di carattere unilaterale. In realtà, per sviluppare il pet food, l’industria non effettua prove invasive sugli animali, ma semplici prove di appetibilità, al fine di capire le preferenze degli animali e consentire la corretta assunzione di nutrienti. Altre tipologie di prove che possono essere effettuate da alcune aziende sono quelle che misurano il grado di digeribilità, come l’analisi delle feci e della loro consistenza”.

Un’etichetta ingannevole è anche quella che reca la dicitura NO OGM o OGM FREE. Sull’etichetta, in base ai regolamenti comunitari, il riferimento agli Ogm è obbligatorio solo se sono presenti oltre la soglia dello 0,9%, viceversa un’etichettatura negativa con diciture come NO OGM o OGM FREE rappresenta un inganno per il consumatore oltre che un esempio di concorrenza sleale dal momento che, spiega la guida, lascia “intendere che solo i prodotti che comunicano NO OGM/OGM FREE lo siano”.

Croccantini per cani © 1zoom.net

Sulle etichette può anche comparire la scritta monoproteicoun alimento è monoproteico solo se contiene un’unica fonte proteica di origine animale o vegetale senza venire a contatto con altre proteine durante il ciclo di produzione. La realtà, al di là delle dichiarazioni dei singoli produttori, è spesso ben diversa: “Sul mercato, tuttavia, possono trovarsi anche mangimi definiti monoproteici perché contengono un’unica proteina animale: significa che è presente un’unica fonte proteica animale, ma sono presenti anche fonti proteiche di origine vegetale, quali ad esempio i cereali. In questo caso l’alimento non può essere definito unicamente monoproteico” avverte la guida.

AL GUSTO DI POLLO O CON POLLO?

Come districarsi, invece, tra le diciture al gusto di, aromatizzato con, semplicemente con, ricco in/al, a base di? Al gusto, ad esempio, di pollo vuol dire che il pollo, spiega la guida, non è presente e che viene utilizzato un aroma; aromatizzato con pollo indica, invece, che il prodotto contiene meno del 4% di pollo mentre con pollo che ne contiene almeno il 4%; ricco in pollo o al pollo indica che il prodotto contiene almeno il 14% di pollo e, di pollo, che ne contiene almeno il 26%.

DECALOGO PER I PROPRIETARI DI PET

Completa la guida un decalogo pensato come un memorandum per il rispetto del benessere animale e aiutare i proprietari di pet a compiere scelte consapevoli nell’acquisto dei prodotti per la loro alimentazione.

1. Non nutrire il tuo amico a quattro zampe con gli avanzi della tavola: la sua alimentazione deve essere completa e bilanciata, cosa che non è garantita dagli avanzi.

2. Se vuoi fargli seguire una alimentazione casalinga considera che è complessa e laboriosa ed è sempre meglio chiedere il consiglio di un esperto medico veterinario.

3. Valuta gli ingredienti in base ai nutrienti che forniscono e non fare paragoni con la tua alimentazione: i nostri amici a quattro zampe hanno bisogni ed esigenze specifici diversi dai nostri.

Cane in cerca di cibo © 1zoom.net

4. Pensa anche all’ambiente: l’utilizzo di sottoprodotti permette il riutilizzo di quelle parti poco apprezzate da noi umani, ma graditissime al palato dei nostri amici a quattro zampe.

5. Poni attenzione ai claims presenti sulle confezioni o sui materiali pubblicitari: leggi bene le etichette e, se non ti sono chiare, informati (ad es. chiamando il numero verde del produttore).

6. Non fidarti quando nelle etichette, tra le informazioni accessorie, si dice che le materie prime sono carni e pesci pregiati.

7. Anche il pet food è vittima di fake news che circolano in rete: non credere alle bufale, ma confrontati con gli esperti del settore.

Abbiamo parlato di:

ASSALCO – Associazione Nazionale Imprese per l’Alimentazione e la Cura degli Animali da Compagnia Website

Zoomark International Website | Twitter | Facebook | YouTube l LinkedIn

Doxa Website | Twitter | Facebook | LinkedIn

ANMVI - Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani Website | Twitter | Facebook | YouTube

Unione Nazionale Consumatori Website | Twitter | Facebook | LinkedIn

European College of Veterinary and Comparative Nutrition Website | Twitter | Facebook

Università degli Studi di Torino Website | Twitter | Facebook | Instagram | YouTube | LinkedIn

Società Italiana di Alimentazione e Nutrizione Animale Website | Facebook | Instagram

FEDIAF – The European Pet Food Industry Website

Stefania Elena Carnemolladi Stefania Elena Carnemolla   
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