A Natale albero naturale o sintetico? Il mito di quelli in plastica che salvano i boschi
Guida all’albero delle feste tra garanzia di qualità, sicurezza, gestione e suo corretto smaltimento con uno sguardo ai falsi miti tra i consumatori
E tu, di che albero sei? Naturale o sintetico? Con l’arrivo del Natale è corsa all’albero delle feste per ogni esigenza, per tutte le tasche, per ogni sensibilità. Una lotta senza quartiere sul piano del marketing: tutto è ecologico, anche quando non lo è, per meglio contendersi la clientela. Il giro d’affari, del resto, è sostanzioso, come testimoniano, ad esempio, le piattaforme di e-commerce, specchio del boom degli alberi di Natale in PVC (cloruro di polivinile), PP (polipropilene) e PE (polietilene), classici o innevati, con pigne e bacche, con stella e luci, completi di decorazioni, con o senza vaso, con o senza sacco di juta. In vendita anche alberi di Natale in fibra ottica, in ABS (acrilonitrile-butadiene-stirene), polistirolo, gonfiabili con luce a LED e in poliestere impermeabile, in sagoma di legno o metallo, decorativi in metallo a LED, in feltro, in cartone, di cordame, in lattina con la piantina da far crescere e coccolare tipo bonsai.
ECOLOGICI?
Sulle piattaforme di e-commerce e non solo su queste piattaforme gli alberi in materiale plastico vengono venduti come eco-friendly o ecologici, un messaggio ai consumatori per dire che è stato salvato un albero dall’abbattimento e con l’albero interi boschi e altrettante foreste. Tempo fa Assogiocattoli, associazione di categoria attiva anche nel settore degli addobbi per le festività, spiegò, dal suo punto di vista, come l’albero di Natale artificiale svolgesse una funzione ecologica perché evitava “dissennati disbocamenti” e una “strage” di piante, tanto che acquistare alberi di Natale sintetici poteva aiutare a sottrarre le prime a uno shock termico che le avrebbe portate alla morte con conseguente perdita degli aghi ed essiccamento dei rami. Sono in buona sostanza queste le ragioni che spingono molte persone ad acquistare un albero sintetico invece che uno naturale, tanto che per la clientela più esigente sono ormai in commercio alberi di Natale con rami in polietilene real touch, cioè, in 3D, e rami in PVC usati come riempitivo, il risultato è quello di un albero che ricorda quelli veri. Classico o con neve, nei negozi di grido i prezzi possono andare, a seconda della grandeza e del numero dei rami, da un minimo di 199 a un massimo di 999 euro, più abbordabili, invece, i prezzi sulle piattaforme di e-commerce.
IL MITO DEGLI ALBERI DI PLASTICA CHE SALVANO BOSCHI E FORESTE
Contro l’allarmismo sul disboscamento selvaggio sotto Natale - non sono pochi, infatti, i consumatori che pensano che gli alberi di Natale siano il frutto di depauparamento di boschi e foreste senza alcuna regola - è scesa in campo l’Associazione Florovivaisti Italiani che in una nota ha ricordato che “gli alberi naturali in vendita nei vivai non sono mai frutto di deforestazioni”. Per quest’anno, spiega, le stime parlano di una crescita del 10% per l’acquisto di alberi di Natale naturali per un giro di affari di 30 milioni di euro. “Nonostante il trend positivo” nelle case degli italiani entrano di preferenza ancora gli abeti sintetici (7 su 10 dei 12 milioni di alberi venduti), con un notevole danno per l’ambiente. Per un albero di Natale di plastica medio (10 kg circa) occorrono 20 kg di petrolio e 23 kg di CO2 emessa nell’atmosfera, cui si aggiunge il petrolio che serve al trasporto dalla Cina, da cui viene l’80% di questi prodotti. Si calcola servano 2 secoli per smaltirli”.
Gli alberi di Natale prodotti in Cina sono, infatti, da tempo nel mirino a causa della lavorazione locale dei polimeri, che desta non poche perplessità per l’uso di stabilizzanti per PVC a base di sali di metalli, in particolare piombo, ciò che ha spinto i produttori occidentali di polimeri “più puliti e a norma” di prendere le distanze dalle mode chimiche di Pechino, nonostante le sue promesse di un’evoluzione del settore. La scarsa qualità del materiale natalizio made in China, comprese palline, lucine e altre decorazioni, è testimoniata dai frequenti sequestri da parte delle autorità italiane. Prodotti che, comunque, riescono ad essere smerciati grazie alle piattaforme di e-commerce, dove vengono presentati come eco-friendly o ecologici e proposti alla potenziale clientela a prezzi allettanti, costi di spedizione compresi. Sono gli stessi alberi che fanno bella mostra di sé anche nei grandi negozi alla moda, in Cina.
A sfatare il mito del disboscamento cinico e della deforestazione selvaggia per ricavarne alberi per le feste è anche la guida per la scelta responsabile dell’albero di Natale a cura del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali dell’Università degli Studi di Firenze: “Uno dei tanti effetti negativi portati dall’industrializzazione è la produzione di alberi di plastica. La loro diffusione si basa in gran parte su informazioni non corrette. Questi prodotti sono stati pubblicizzati come ‘alberi ecologici’, trasmettendo in modo più o meno diretto il messaggio per cui: ‘acquistando un albero di plastica si potrebbe salvare un albero vero’. È di gran lunga più ecologico e sostenibile acquistare invece alberi di Natale veri. Nessuna foresta viene danneggiata se voi comprate un Albero di Natale”. A disciplinare la loro coltivazione esistono, infatti, “severi regolamenti” sul cui rispetto oggi sono tenuti a vigilare i Carabinieri Forestali, svolgendo un compito un tempo del Corpo Forestale dello Stato fino al suo scioglimento, nel 2016.
La guida illustra anche l’origine degli alberi naturali immessi in commercio nel rispetto delle normative vigenti. Sono di due tipi e hanno origini diverse. “Quelli con radici e ‘pane di terra’ spiega la guida “sono alberi di Natale che NON vengono da boschi ma da apposite piantagioni. Esattamente come ogni altra coltivazione agricola. Normalmente si tratta di Abeti rossi (Picea abies), diffusi in Italia soprattutto sulle Alpi orientali, altrimenti sono Abeti bianchi (Abies alba) che vivono in Appennino. Acquistando questi Abeti si contribuisce ad incrementare il reddito delle popolazioni che vivono in aree rurali, si combatte l’effetto serra visto che questi Abeti hanno assimilato durante la loro crescita la CO2 atmosferica a differenza di quelli di plastica che sono invece prodotti con idrocarburi fossili. Quando comprate questi Abeti assicuratevi che abbiano un cartellino che ne certifichi la provenienza, privilegiate provenienze locali per accorciare la filiera limitando l’inquinamento dovuto al loro trasporto e scegliete specie autoctone (Abete rosso e Abete bianco). Passato Natale potete cercare di far sopravvivere in vaso il vostro Abete fino all’anno successivo. Non sarà facile, ma con acqua e ombra in estate, forse ce la farete. In ogni caso NON piantate l’albero di Natale in bosco. Correreste il rischio di alterare i delicati equilibri ecologici che regolano le nostre foreste. Se il vostro abete non sopravvive smaltitelo nel cassonetto dei rifiuti organici (diventerà compost) o usatene la legna per fare una bella grigliata”.
La seconda tipologia in vendita sono gli alberi di Natale senza radici: “Sono i cimali” spiega la guida. “Le cime di alberi che sono stati tagliati in bosco per produzione legnosa. Il più delle volte l’albero è stato tagliato per fare dei diradamenti, sempre nel rispetto di severe norme di gestione forestale su cui vigilano i Carabinieri Forestali. Il cimale, che in genere ha scarso valore, sarebbe stato lasciato a terra in bosco o triturato per produrre il pellett che brucia nelle stufe. Tanto vale usarlo per farci un bell’albero di Natale! Anche in questo caso se comprate un cimale aiutate le foreste perché contribuite ad aumentare il reddito degli operatori del settore. Un settore, quello forestale, che in Italia ha alti costi e bassi redditi. Un reddito aggiuntivo a chi vive dei boschi permette una gestione più sostenibile di questa importantissima risorsa”.
SCEGLIERE E CURARE GLI ALBERI DI NATALE NATURALI
Per aiutare a riconoscere un buon albero di Natale naturale le linee guida della Regione Toscana per la coltivazione tradizionale e possibilità di produzione biologica in Toscana dell’albero di Natale riassume in una tabella i requisiti qualitativi.
Al tempo stesso ricorda come le piante estirpate con molto anticipo rispetto al periodo di vendita possano subire stress da trasporto, da magazzinaggio in condizioni non adatte alla specie, da manipolazioni che “spesso compromettono la tenuta ‘a verde’ degli aghi che nei casi più gravi cadono subito dopo l’acquisto con forte delusione dell’acquirente finale che ben difficimente riacquisterà un albero vero” da qui la necessità di migliorare l’organizzazazione e il coordinamento della varie fasi della filiera dell’albero di Natale dalla produzione al consumatore passando per la vendita per “assicurare un mantenimento accettabile delle condizioni della pianta almeno per tutto il periodo delle festività”.
La specie della pianta, la taglia, l’architettura, la densità e il colore della chioma, le sue condizioni di freschezza devono essere compatibili, spiega, infine, la guida, con il prezzo di vendita che dovrà essere, pertanto, sostenibile e commisurato alla qualità del prodotto.
Se un albero di Natale naturale contiene polvere, muffe e funghi c’è chi consiglia, come alcuni produttori statunitensi di alberi per le feste, di pulirlo prima di portarlo a casa, spruzzandolo d’acqua con un tubo da giardino e lasciarlo asciugare in un luogo caldo per circa 24 ore, utilizzando per precauzione, una volta a casa, un purificatore d’aria nella stanza con l’albero. La cura di un albero di Natale naturale è fondamentale. Una guida dell’allora Corpo Forestale dello Stato raccomanda, ad esempio, di mantenere costantemente umide le radici della pianta durante la sua permanenza in casa e, nel caso di alberi senza radici, di riporli in recipienti pieni di acqua tiepida per agevolarne l’assorbimento, senza dimenticare di sistemare le piante in ambiente luminoso, fresco, lontano da fonti di calore e al riparo da spifferi. A danneggiare un albero di Natale naturale, spiega la guida, possono essere anche gli addobbi pesanti che rischiano di spezzarne i rami oltre a sostanze decorative che intaccano la superficie delle foglie come la neve artificiale e gli spray coloranti. Molti di questi prodotti costituiscono, infatti, un rischio chimico se non cancerogeno. L’albero di Natale, ricorda Coldiretti, è “vivo e respira”.
SICUREZZA IN CASA
Albero di Natale naturale o sintetico? Ad aiutare la scelta può anche aiutare il fattore sicurezza in casa. Gli alberi natalizi possono, infatti, causare incendi a causa del cattivo funzionamento delle catene luminose, dell’eccessiva vicinanza a fonti di calore come camini, candele, termosifoni, nonché della cattiva qualità dei materiali.
Per prevenire simili incidenti il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco ha, ad esempio, realizzato un vademecum sugli alberi e gli addobbi sicuri, che raccomanda:
Se preferite un albero artificiale verificate che sia del tipo autoestinguente. Controllate che sia indicato sulla confezione o nelle istruzioni all’interno (a volte è scritto ignifugo o non infiammabile). Qualora preferite un albero naturale controllate che, all’atto dell’acquisto, non sia già secco. Verificate ad esempio che il colore degli aghi sia verde intenso oppure che gli aghi stessi non si stacchino facilmente. Un albero secco in presenza di fiamme si incendia molto velocemente (può bruciare completamente nell'arco di 20-30 secondi).
Qualora invece si scelga un albero naturale è da preferire un abete vivente, cioè piantato con le radici nel vaso. Anche in questo caso verificatene la stabilità (grandezza del vaso sufficiente e ricordatevi di innaffiarlo periodicamente per evitare che si secchi).
Se avete scelto un albero artificiale attenzione al piedistallo dove è montato. Controllate che sia di grandezza adeguata. Un albero con un piedistallo troppo piccolo può rovesciarsi facilmente. Qualora in casa ci siano dei bambini legare l'albero ad un mobile.
Posizionate l’albero di natale lontano da materiale infiammabile quali, ad esempio: tende, mobili imbottiti o tovaglie. Se in casa ci sono bambini piccoli state attenti al posizionamento delle decorazioni. Per esempio attaccate le palle di vetro più in alto, in modo che queste non possano venire raggiunte dai bambini. I cocci di una palla rotta possono creare delle gravi ferite. Inoltre attenzione agli addobbi troppo piccoli, potrebbero venire ingeriti dai bambini.
Evitate di utilizzare candele.
Attenzione ad utilizzare solo catene luminose con il Marchio CE. Meglio se anche con il marchio di sicurezza di un organismo di certificazione volontario tipo IMQ, TÜV, GS, eccetera.
Preferite le catene luminose alimentate da un trasformatore. Si evitano in questo modo possibili e pericolosi surriscaldamenti delle luci.
Non improvvisatevi elettricisti. Non “sovraccaricare le prese”. Preferite le cosiddette “ciabatte elettriche” (raccomandiamo anche per queste la qualità come per le luci).
Non lasciate le luci accese di notte o quando non si è in casa.
Utilizzate per l'esterno solo catene luminose specifiche e a bassa tensione (12 o 24 Volts), cioè alimentate da un trasformatore. Controllate che sulla confezione o nel suo interno sia indicato che è possibile l'uso esterno.
Leggete sempre tutte le avvertenze dei componenti elettrici che utilizzate.
Evitate di nascondere prese, fili e trasformatori dietro carta, regali o peggio ancora tende.
Senza dimenticare che l’albero di Natale può rappresentare anche un pericolo per gli animali di casa, come ricorda un’infografica del Ministero della Salute.
CONSERVARE O SMALTIRE L’ALBERO DI NATALE
Se c’è chi tende a conservare l’albero di Natale sintetico, anche per anni, questi i consigli per conservare quello naturale: “Gli alberi con radici” spiega, ad esempio, la guida dell’allora Corpo Forestale dello Stato “possono essere posizionati all’esterno, sui balconi, o essere piantati nei giardini, ricordando che si tratta di piante che possono crescere fino a 15-20 metri e che le loro possibilità di sopravvivenza sono legate, oltre che alle condizioni vegetative della pianta, anche a quelle climatiche che devono essere appropriate alla specie. Gli abeti, ad esempio, hanno bisogno di una determinata altitudine (almeno oltre i 1000 metri) e di zone fitoclimatiche particolari: piantarli nel giardino di casa o sul terrazzo potrebbe provocare un’inutile sofferenza a queste piante già stressate dal caldo, dagli addobbi e dalla mancanza di luce”.
Se non è possibile recuperare gli alberi naturali o ci si vuole disfare di quelli sintetici per un corretto smaltimento i cittadini sono invitati a seguire, quando auspicabilmente disponibili, le indicazioni dei Comuni concordate con i relativi servizi di igiene urbana. Il vademecum per il corretto smaltimento di un comune sardo raccomanda, ad esempio: “Gli alberi di Natale sintetici se di piccole dimensioni vanno conferiti nell’indifferenziato, se di grandi dimensioni vanno conferiti con gli ingombranti” spiegando, quindi: “Gli alberi veri, senza radici, non più trapiantabili, possono essere trasformati in compost, un ottimo fertilizzante da utilizzare in agricoltura. Vanno conferiti presso l’ecocentro comunale”.
Più dettagliate, invece, le istruzioni di una municipalizzata di servizi ambientali di una grande città italiana: “Per non danneggiare l’abete e per facilitarne il trasporto, è bene introdurlo in un sacco di plastica aperto anche alla base. Analogo accorgimento (con l’unica differenza del sacco integro alla base) dovrà essere usato per la zolla in modo tale da impedirne la frantumazione. Gli abeti di Natale artificiali, a differenza di quelli naturali, sono realizzati con materiali che non è possibile riciclare e, quindi, al termine della loro vita devono essere necessariamente smaltiti. Gli alberi sintetici di dimensioni ridotte (30-40 cm max) e senza luminarie possono essere gettati nei cassonetti riservati ai materiali non riciclabili. Gli abeti artificiali di dimensioni superiori o dotati di componenti elettriche e luminose vanno invece conferiti, come tutti gli altri materiali ingombranti ed elettronici, presso i Centri di raccolta aziendali”.
Abbiamo parlato di:
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