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Le 6 mete più belle per il tuo week end, i consigli per un fine settimana indimenticabile

Dalle escursioni a piedi fino a quelle in sella ad una mountain bike o e-bike, unico protagonista è il patrimonio architettonico e naturalistico italiano

di Fuoriporta.org   
Le 6 mete più belle per il tuo week end, i consigli per un fine settimana indimenticabile

Si parte alla scoperta dell’Alta Valtaro. Cammina, osserva, perditi nel verde rigoglioso di questo magico luogo, dove la Cascata delle Miniere di rame di Santa Maria del Taro ti catapulterà in una specie di Narnja nostrana. Chi preferisce spostarsi a piedi, affidandosi ai grandi conoscitori del territorio, non può che rimanere abbagliato di fronte alla varietà di avventure ideate dalle guide trekking di Taro Ceno, che prevedono una proposta particolarmente fitta di itinerari da percorrere.

Angolo di terra emiliana tra la Liguria e la Toscana, l’Alta Valtaro è un paradiso per tutti gli amanti della natura che vogliono lasciarsi alle spalle lo stress della città e della vita quotidiana.

Centinaia i sentieri, tra quelli di montagna, che si spingono ai confini regionali, li potrete percorrere a piedi, in mountain bike o e-bike, tanti sono i centri noleggio! Le cime del Molinatico, del Pelpi e del Penna, orgogliose montagne con pareti da scalare per i più arditi, vi attendono. Per chi ama un outdoor più soft tanti i sentieri praticabili che tra rifugi e chalet, fino a luoghi incantevoli come il Lago Martino.

Aguzzate i vostri sensi, l’Alta Valtaro, non sarà solo un percorso per chi ama lo sport, ma sarà soprattutto un percorso dell’anima. I rumori del bosco, lo scrosciare dei fiumi, antichi cippi, resti di case, di chiese, di miniere, saranno le tappe dolci ed emozionanti che vi porteranno in fondo a voi stessi.

Piemonte

E’ periodo di semina del riso. Siamo a Santhià nel vercellese dove la cultura del riso è storia! In passato, prima che arrivassero le macchine ad aiutare l’uomo, ci si adattava alle condizioni del terreno, il cui profilo era, solitamente, irregolare. Da una parte più basso e da un’altra più alto. Si costruivano numerosi argini seguendo le curve naturali del terreno.

C’era una fittissima rete di arginelli dall’andamento non sempre rettilineo… poi arrivano le macchine e il risultato fu un mare a quadretti … un paesaggio che sembra fatto di tanti piccoli laghi delimitati da semplici argini, ma che, ad uno sguardo più attento, rivela un sistema complesso ed ingegnoso oltre che meticolosamente strutturato. Fino circa a 40 anni fa si gettavano i mazzetti di riso nell’acqua, le mondine piantavano con il dito nel terreno molle perché sommerso dall’acqua le piantine di riso camminando all’indietro sempre una a fianco dell’altra. La piantina finiva in risaia solo dopo avere superato la sua prima fase di crescita.

Questo sistema è stato abbandonato per la semina diretta. Meno caratteristica ma sempre affascinante. Fate una passeggiata nel grazioso borgo di Santhià, la pratica della semina è un momento magico. La natura prende vita ed è tutta una gran energia che si diffonde nel paese.

Lazio

Siamo a Tarquinia, immergiamoci nella profondità di oltre 2000 anni di storia, entriamo nella Necropoli di Tarquinia, inserita dal 2004 nel World Heritage List dell’UNESCO.

La testimonianza unica, preziosa ed eccezionale dell’antica civiltà etrusca, la sola civiltà urbana dell’epoca pre-romana in Italia. Gli affreschi all’interno delle tombe raccontano in modo fedele ed evocativo la vita quotidiana di questa cultura scomparsa, ma anche i lori riti di passaggio all’aldilà. Molti dei dipinti, nonostante siano passati tutti questi anni, si conservano ancora in modo vivido e straordinario.

La tomba più bella e più famosa è quella dei Leopardi, ma sono suggestive anche la tomba dei Giocolieri, la tomba della Caccia e della Pesca, quella delle Leonesse e quella della Pulcella. In realtà meritano tutte ed è bene visitarle tutte, con ossequioso rispetto, siamo nella città dei morti.

Tarquinia è un viaggio nel passato. E’ la tipicità di una tradizione enogastronomica che non dimenticherete facilmente. E’ il museo etrusco più importante d’Italia. Dedicatele tutto il tempo necessario, sarà una tappa indimenticabile per voi visitatori.

Veneto

Portobuffolè tra “I borghi più belli d’Italia” ha tanto di bello... ma concentriamoci su tre mete, irrinunciabili se passiamo di qui. La prima è la mostra Empty Eden di Sonia Ros allestita nel museo di Casa Gaia da Camino fino al 13 giugno 2021. I dipinti dell’artista esposti in un museo, galleria o aeroporto, rappresentano dei luoghi non luoghi che non vengono contaminati dall’esterno, delle isole in cui si è spinti ad entrare in mondo illusorio governato da un sapiente equilibrio. Se si ha la fortuna di entrarvi, si potranno incontrare, forme prive di limiti che si snodano in colori liquidi, in una danza tra fisicità ed emozione, tra sogno e realtà. La mostra è visitabile il sabato e la domenica dalle ore 10,00 alle 12,30 e dalle 15,00 alle 18,30. La seconda tappa imperdibile è Villa Giustiniani” Mens sana in corpore sano”. Era questo lo spirito della villa quando venne fatta costruire dallo storico casato veneziano dei Giustinian dei Vescovi nel ‘600.

Divenne comando militare, ospedale e orfanotrofio. Un curriculum importante, di cui oggi resta un edificio di particolare valore storico, ricco di affreschi, statue, stucchi e fregi. Ospitò in passato, oltre alla famiglia imperiale d’Austria, illustri personalità della Chiesa, della Repubblica di Venezia e degli Stati con cui i Dogi ebbero rapporti... ma bin finisce qui... Era il 1480, quando il Senato veneziano istituì il banco dei pegni. Lo vedete lì sotto la Torre Civica. Un luogo con una storia, che resiste ancora oggi. Un luogo che ospita la più grande comunità ebraica della zona. Fu infatti istituito dopo che gli Ebrei furono cacciati e i loro beni confiscati. L’edificio è riconoscibile per i suoi affreschi cinquecenteschi che si affacciano su Piazza Vittorio Emanuele II e che raffigurano la Fama con le trombe tra le braccia, la Giustizia con la bilancia, la Carità con i bambini e forse ciò che rimane della Pace. Il secondo è il Leone di San Marco sulla facciata d’ingresso.

Campania

Il Parco del Partenio, il polmone verde della Campania e dell’Irpinia. Il luogo giusto per mangiare bene, immergersi nella storia e godere dei quindicimila ettari dell’esuberante natura che solo qui si trova.

Lo sapevate che è proprio nel Parco del Partenio che si consumò uno dei più famosi episodi storici, quello delle Forche Caudine, quando i Romani furono umiliati e costretti a passare sotto il giogo dei sanniti, che qui hanno lasciato numerose testimonianze della loro civiltà. Passando ad una storia più recente, per aggiungere quel pizzico di avventura al vostro percorso, è sempre qui nel Parco che prese vita uno dei più famosi fenomeni della storia del Mezzogiorno, quello del Brigantaggio. La ricchezza di boschi, di cavità naturali, di zone impervie, resero questo territorio un rifugio sicuro a chi si dava alla macchia. Storia,  cultura, prelibatezze uniche, per gli amanti dell’outdoor, il Parco del Partenio è il luogo ideale, ma non solo per loro. Terra di confine e di passaggio tra la pianura campana e la costa adriatica, l’area occupata dai comuni del Parco del Partenio è una terra costellata di torri e castelli. Gioielli di architettura medievale che rappresentano un elemento culturale di forte attrattiva per la genialità difensiva che dimostrano e l’ambizione sociale che ancora rappresentano.

Sicilia

Capitale del Barocco e dell’Unesco, perla della Sicilia Orientale, in un’unica parola: Noto!

Uno splendido paese arroccato su un altopiano che domina la Valle dell’Asinaro.

Centro siculo, romano, bizantino e poi arabo, furono loro, proprio gli arabi, da ultimi a darle il nome che ha oggi, un omaggio alla sua magnificenza. In arabo Noto, ha infatti lo stesso significato che ha in italiano “conosciuto”… per la sua bellezza!

Tutto intorno è bianco. Bianco come la pietra che dà vita ai palazzi, che riluce splendendo nell’etere, che anima gli occhi dei visitatori, che dà “colore” a Noto. E’ la pietra giuggiulena. La pietra bianca di Siracusa. Qui tutto ha una storia affascinante, anche lei, la pietra che venne alla luce quando i Monti Iblei affiorarono dal mare.

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