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Virus e batteri non l’avranno vinta, con le lampade Uv-C l’aria di casa sarà sempre pulita e sicura

Ma i rischi per la salute, derivanti dall’utilizzo dei dispositivi, sono tantissimi. Un uso improprio della lampada, che deve rispondere comunque a tutte le disposizioni previste nella norma europea UN62471, esporrebbe l’utente finale al rischio cancro

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Virus e batteri non l’avranno vinta, con le lampade Uv-C l’aria di casa sarà sempre pulita e sicura

Il coronavirus Sars-CoV2, responsabile della Pandemia da Covid-19, sarà prima o poi sconfitto. Quando la ricerca annuncerà la scoperta di un vaccino efficace, miliardi di persone potranno finalmente tornare alle vecchie abitudini. Fino a quel giorno, per limitare la diffusione di questo virus potenzialmente letale, saremo però costretti a rispettare una serie di indicazioni senza le quali il Covid-19 prolifererà senza controllo, causando uno tsunami di vittime. Per mesi i Tg hanno parlato di mascherine, guanti, visiere e gel igienizzanti, ma questi non sono i soli strumenti idonei a proteggerci dal temibile coronavirus.

La nostra protezione, come quella dei nostri cari, inizia in casa. Una volta rientrati nelle nostre abitazioni dovremo esser sicuri di non esser noi stessi veicolo di trasmissione del Sars-CoV2, attraverso ad esempio gli abiti o gli oggetti che indossiamo. Per ridurre al minimo il rischio ci viene in contro la tecnologia. L’utilizzo di una lampada germicida, in grado di produrre luce ultravioletta UV-C, sembrerebbe in grado di uccidere i pericolosi e non graditi ospiti (virus, batteri e altri microorganismi).

Le lampade in questione sono facilmente reperibili sul mercato, ma è bene chiarire quali sono i rischi di un utilizzo improprio. Lo diciamo senza troppi giri di parole: “La luce UV con lunghezza d'onda corta è estremamente pericolosa per l'uomo”. Se ci si esponesse ai raggi si rischierebbero scottature gravi, ma non solo. Se l’esposizione fosse infatti prolungata il rischio sarebbe ancor più elevato, fino anche al possibile sviluppo di forme tumorali.

Un monito, all’acquisto di prodotti potenzialmente economici e non conformi, arriva dallo stesso Ministero della Salute, attraverso la pubblicazione del “Rapporto ISS COVID-19 n. 25/2020” - Raccomandazioni ad interim sulla sanificazione di strutture non sanitarie nell’attuale emergenza COVID-19: superfici, ambienti interni e abbigliamento. “Alcune lampade UV – si legge sul sito del ministero – benché vantino poteri sterilizzanti nei confronti di virus e batteri, non emettono raggi UV-C e risultano, quindi, inefficaci. Altre lampade emanano invece dosi di raggi UV-A, UV-B, UV-C non conformi alla norma europea UN62471 (“Sicurezza fotobiologica delle lampade”), e quindi potenzialmente nocive per la salute”. Un vero e proprio allerta insomma, diffuso a seguito del rapporto RAPEX (sistema comunitario di informazione rapida sui prodotti non alimentari) datato 10 luglio 2020.

Un’esposizione a dosi eccessive aumenterebbe il rischio di gravi lesioni o cancro (l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha inserito tutta la radiazione ultravioletta nelle sue componenti UV-A, UV-B ed UVC nel Gruppo 1 degli agenti certamente cancerogeni per l'uomo). Inoltre un prodotto non conforme potrebbe indurre le persone a un falso senso di sicurezza, cosa ora ancor più pericolosa.

Le sole lampade con azione germicida accertata, impiegate tradizionalmente in ambito sanitario, sono quelle a bassa pressione e a scarica di mercurio con emissione principale a 254 nm. Grazie allo sviluppo della tecnologia Led sono state di recente sviluppate lampade con emissione UV-C nell'intervallo 260-280 nm in sistemi portatili, anche per uso domestico e non professionale. A differenza delle tradizionali lampade fluorescenti UV-C a mercurio, in genere i sistemi Led UV-C hanno bassa potenza; se utilizzati a distanza di pochi centimetri sono in grado di produrre una dose germicida efficace con durate espositive comparabili a quelle richieste per le lampade tradizionali; in caso contrario, per raggiungere la dose germicida efficace la durata espositiva richiesta sarebbe molto più lunga, dell'ordine delle ore; al momento non esistono sufficienti evidenze sperimentali che - a parità di dose - esposizioni UV-C a bassa potenza e di lunga durata siano di pari efficacia di esposizioni ad alta potenza e di breve durata.

Le più autorevoli organizzazioni internazionali si sono espresse con toni preoccupati riguardo la diffusione e l’utilizzazione di questa tipologia di lampade da parte della popolazione. La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) ha dedicato una info-grafica e un breve video sui possibili rischi per la salute dovuti all’esposizione alle lampade, manifestando il timore che potessero essere utilizzate per la sterilizzazione delle mani ed esporre in ogni caso l’utilizzatore ai danni a carico di occhi e cute.

Per quanto sopra esposto l'impiego di tali sistemi, benché potenzialmente efficaci contro virus, batteri e funghi, dovrebbe avvenire previa attenta verifica delle caratteristiche di sicurezza, delle appropriate modalità d'uso ai fini della sterilizzazione e da parte di personale che sia stato adeguatamente formato sulle corrette modalità di utilizzo e sui rischi derivanti dall'esposizione alla radiazione UV emessa da tali apparati, come prescritto dal D.lgvo 81/08 Titolo VIII Capo V.

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