Edilizia sostenibile, gli italiani ci credono ma confidano negli incentivi dello Stato
Il sondaggio Eumetra: “Due concittadini su tre sono disposti ad adeguarsi alla Direttiva Case Green”
Il patrimonio edilizio residenziale italiano è uno dei più datati d’Europa (la MAPPA interattiva). Sono dunque tantissimi gli interventi necessari per l’adeguamento alle più recenti norme ambientali. Per ottenere una classe energetica superiore sono richiesti interventi costosi, e non sempre alla portata dei cittadini, già profondamente colpiti dalla crisi economica. Nonostante ciò, stando a quanto emerso da un sondaggio condotto da Eumetra (commissionato dalla Green Building Council Italia), almeno otto italiani su dieci sarebbero sensibili alle tematiche della sostenibilità, dicendosi pronti ad avviare interventi di riqualificazione capaci di migliorare l’efficienza della propria casa.
Il primo passo, e su questo sembrerebbero tutti d’accordo, dovrebbe essere quello dell’installazione di impianti fotovoltaici, nuovi infissi, caldaie a biomassa e anche la realizzazione di una più adeguata coibentazione dell’immobile (cappotto). Molti cittadini, in particolar modo quelli residenti nei piccoli centri urbani, hanno già provveduto a fare interventi di efficientamento di questo tipo, ma gli altri? Dal sondaggio emerge che molti italiani sarebbero disposti ad avviare i lavori nel caso in cui la spesa fosse condivisa con il pubblico, attraverso incentivi statali. A spingerli a metter mano al portafogli un sentimento di responsabilità nei confronti della sostenibilità ambientale (44 per cento): soltanto il 25 per cento lo farebbe invece per riqualificare l’immobile così da aumentarne il valore commerciale.
No alle imposizioni
Ciò che non piace, e che anzi quasi indispettisce, è l’imposizione. Il 57 per cento degli intervistati conosce la Direttiva europea Case Green, ma è anche vero che un’altrettanta maggioranza, pari al 51 per cento, non vede di buon occhio l’imposizione della normativa europea. Tuttavia, 2 proprietari su 3 si dicono pronti ad adeguarsi alle prescrizioni (74 per cento) della norma, ma con l’unica condizione che ci sia un aiuto statale per il sostenimento dei lavori (53 per cento). Esiste chi poi tenterà di sfuggire alle norme accettando l’immobilità, ossia l’obbligo sostanziale di restare per il resto dei propri giorni nell’edificio non a norma, precludendo pertanto qualsiasi possibilità di affitto o vendita futura.