Sottovalutata la qualità dell’aria in casa, conoscere i rischi aiuta a proteggerci dall’inquinamento indoor
Più dell’87 per cento degli italiani non si informa, ma l’uso di detersivi chimici spesso inquinanti possono causare problemi di salute seri
La pulizia della casa è qualcosa che interessa da vicino la totalità degli italiani. Nonostante ciò parrebbe che pochi siano realmente informati sulle potenziali conseguenze scatenate dal classico uso di detersivi chimici. Da un sondaggio condotto su più di 200 italiani da Gioel, azienda che si occupa dell’abbattimento dell’inquinamento indoor, emerge come l’87,37 per cento dichiara di non essersi mai informato sulla qualità dell’aria della propria casa, dando adito alla scarsa considerazione della pericolosità dell’inquinamento domestico che spesso causa anche gravi problemi di salute.
L’inquinamento, evidenziano gli esperti, è un fenomeno planetario e nessun luogo, tanto meno le nostre case, ne sono immuni. La principale fonte inquinante, ovviamente, è l’aria che entra dall’esterno attraverso porte o finestre. “Le particelle di inquinamento atmosferico, unite ai particolati ed alle polveri entrano nelle nostre case e vengono eliminate con grande difficoltà – riporta Marcello Svaldi, esperto di inquinamento indoor, nonché AD di Gioel -. E’ necessario infatti non solo aprire le finestre, ma creare corrente d’aria per almeno 10 minuti più volte al giorno, per avere un reale ricambio di aria”.
E se l’inquinamento esterno va temuto, quello prodotto dagli stessi occupanti dell’abitazione non è da meno. Il 67,48 per cento degli italiani, nonostante la percentuale sia in calo, preferisce acquistare dei detergenti chimici, ritenendoli più efficaci di quelli green. Eppure la pericolosità di questi prodotti dovrebbe far sgranare gli occhi la maggior parte di noi. I composti organici volatili, infatti, sono la seconda fonte di inquinamento indoor. I composti presenti all’interno di detersivi, detergenti, deodoranti, formaldeide, cosmetici e vernici hanno la capacità di restare nell’aria delle nostre case per lunghi periodi, finendo inevitabilmente per esser respirate. L’inquinamento indoor comprende anche il fumo passivo, un inquinante potente e resistente. Dall’aria passa ai tendaggi, ai tessuti e permane molto a lungo.
Da non sottovalutare poi il mondo delle polveri: polveri, micro-polveri, nano-polveri. Più sono piccole, più riescono a superare le barriere naturali dell’uomo ed arrivare fino agli alveoli polmonari e bronchiali, causando le comuni allergie. La polvere non è possibile eliminarla del tutto, ridurre però la sua concentrazione è possibile. Infine, vi è un inquinante, anche se non può essere definito tale, ma che va contenuto: l’anidride carbonica, che le persone emettono nel corso della respirazione. Se raggiunge alti livelli di concentrazione comporta un malessere facilmente riconoscibile. Ecco perché sentiamo il bisogno fisico di areare la camera da letto, il salotto o l’ufficio.
Conoscere la qualità dell’aria presente tra le mura domestiche è dunque fondamentale, ancor più in questo periodo emergenziale. “Con la respirazione emettiamo le note goccioline di saliva (aerosol o droplet a seconda delle dimensioni), - continua Svaldi - che, in caso di un’infezione in corso come la pandemia in atto, possono determinare il temuto contagio. La qualità dell’aria indoor può influire sul fenomeno. In sintesi, è come se le molecole di polvere e di inquinamento rappresentassero dei veicoli a bordo dei quali le goccioline microscopiche di saliva infette viaggiano, prima di evaporare o di depositarsi sulle superfici”.
E’ dunque fondamentale fare tutto ciò che è necessario per garantire a noi stessi, e agli altri occupanti della casa, la miglior qualità dell’aria possibile. Come? La cosa più semplice è pulir casa. Dal sondaggio Gioel è emerso che il 47,57 per cento degli intervistati preferisce pulire casa più volte alla settimana, seguito dal 33,01 per cento che sceglie di fare la pulizia una volta alla settimana. Esiste anche un 16,99 per cento di italiani che sostiene di pulire la propria casa tutti i giorni. A questa buona pratica potrebbero però aggiungersi delle abitudini ancora poco diffuse, come quella di lasciare fuori casa le scarpe, le giacche e i cappotti. Qualora ciò non fosse possibile è altresì possibile abbracciare soluzioni più tecnologiche, come ad esempio l’uso di purificatori d’aria ecologici. In questo caso sul mercato ne esistono di diversi tipi. La stessa Gioel ha creato un dispositivo che lava l’aria e la casa con l’acqua e il vapore senza nessun detergente chimico, certificato anche contro i Coronavirus.