Una scatola nera della Terra registrerà i dati sui cambiamenti climatici
L’ambizioso progetto verrà realizzato entro i primi mesi del 2022

Il Pianeta Terra sarà dotato di una scatola nera, proprio come gli aerei e le navi. Il dispositivo, grande quanto un autobus, sarà realizzato entro i primi mesi del 2022, in Tasmania, e servirà a registrare i dati sulla crisi del clima: temperature, aumento dei livelli dei gas serra in atmosfera, ma anche evoluzione demografica e scelte politiche, che inevitabilmente pesano sul futuro del mondo. Benché il nostro Pianeta non possa esser paragonato ad un aereo, il viaggio che sta compiendo sembra proiettarci verso un vero e proprio disastro. La Earth’s Black Box, così è stato ribattezzato il “dispositivo”, dovrà registrare l’evoluzione dell’emergenza climatica così da consentire agli scienziati, e si spera ai Governi, di correre ai ripari con tempestive azioni mirate.
La scatola nera, fanno sapere i ricercatori impegnati nel progetto, è un caveau di 10 metri quadrati, alimentato da energia solare e termica, protetto da pareti in acciaio spesse circa 8 centimetri: di fatto una struttura “indistruttibile” in grado di uscire indenne dalla maggior parte delle catastrofi. E l’obiettivo della Earth’s Black Box è proprio quello di salvare informazioni – all’interno di hard disk - e superare indenne qualsiasi cataclisma dovesse minacciare la Terra, così che le generazioni future possano far tesoro degli errori da noi commessi.
Perché di errori ne stiamo commettendo tantissimi, ma nessuno sembra volersi fare carico della responsabilità di fermare la corsa di questo “aereo” ormai in rotta di collisione. All’ultima Cop 26 a Glasgow si è stimata una media della crescita della temperatura globale da qui al 2100 superiore ai 2,7 gradi, mentre l’obiettivo degli accordi di Parigi rimanda ad un'asticella mai più alta dei 2 gradi. A pagare per prima l’immobilismo dei grandi del mondo sarà l’Oceania, che soffrirà l’innalzamento delle temperature con conseguenze catastrofiche. Negli anni scorsi ne abbiamo avuto un assaggio, con devastanti incendi che hanno causato danni incalcolabili e quasi mezzo miliardo di animali morti.
Il costo del progetto, al momento, non è stato reso pubblico. La Earth’s Black Box, a dirla tutta, potrà esser installata soltanto dopo l’approvazione della comunità locale. Gli ideatori stanno per questo tentando di convincere i residenti ad accettare il “monolite”, non soltanto perché sarà uno strumento prezioso per il mondo, ma anche perché porterà turismo e benessere economico all’intera regione. Nel frattempo, dato che il progetto fisico era facilmente replicabile in versione digitale, una versione online della Earth’s Black Box è già entrata in funzione. I dati raccolti, tuttavia, verranno mostrati e condivisi con il mondo successivamente al lancio del progetto “fisico”.
C’è tuttavia chi ritiene il progetto poco utile a salvare il mondo. Non è infatti la mancanza di dati il problema scatenante l’immobilismo dei governi. Di dati capaci di far suonare la campanella d’allarme ne esistono un’infinità, ma in pochi sembrano realmente interessati alle tematiche ambientali.