Ostriche e cozze per salvare il pianeta, ecco l’alimentazione del futuro: nutriente e a basso impatto ambientale

Con i tradizionali allevamenti intensivi non si riuscirà a sfamare l'intera umanità. Si devono inoltre abbassare le emissioni di gas serra, per tutelare l'ambiente

Foto Shutterstock
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Sul pianeta vivono 7.977.636.623 persone. Produrre cibo per tutti, con le vecchie tecnologie e soprattutto con i vecchi approcci, potrebbe non bastare più, perché non più sostenibile. E allora il mondo dovrà evolversi, o comunque all’umanità sarà chiesto di riadattare quantomeno le proprie diete. Una valida alternativa, più nutriente ed ecosostenibile, è rappresentata dai frutti di mare. A sostenerlo è un team congiunto di ricercatori della Dalhousie University (Canada) e del Research Institutes of Sweden di Göteborg (Svezia). L’umanità, evidenziano gli scienziati sulle pagine della rivista Communications Earth & Environment, dovrà semplicemente adattarsi.

Dalle nostre tavole "scomparirà" la carne, in particolar modo quella di manzo, e compariranno sempre più spesso cozze, ostriche e, più in generale, frutti di mare. La carne animale, infatti, ha un impatto ecologico importante e non più sostenibile. Al contrario, spiegano Marta Bianchi, Elinor Hallström e Peter Tyedmers, con i frutti di mare è possibile ridurre le emissioni.

I frutti di mare, inoltre, sono da tempo noti per le caratteristiche nutrizionali: sono un’ottima fonte di proteine, acidi grassi, vitamine e minerali. Naturalmente vi sono sostanziali differenze tra i frutti di mare catturati in natura e quelli d’allevamento. Rispetto alla carne prodotta negli allevamenti intensivi, fanno sapere i ricercatori, risultano decisamente sostenibili anche le produzioni di salmone, aringa, sgombro e acciughe.

La metà delle specie prese in esame si è dimostrata meno impattante - dal punto di vista delle emissioni di gas serra - degli allevamenti intensivi di manzo, maiale e pollo. Bianchi e colleghi, per il momento, non hanno analizzato l’eventuale impatto derivante da una maggiore produzione ittica sugli ecosistemi marini, in ogni caso i risultati sembrano indicare all’umanità una nuova strada da seguire, una strada dove la carne animale cede il passo ai frutti di mare, più nutrienti e amici dell’ambiente.