Lavare i piatti a mano o con la lavastoviglie? Ecco il metodo più eco-friendly
La complicata scelta che tocca da vicino milioni di italiani
E’ meglio lavare pentole, posate e piatti a mano o servirsi di una lavastoviglie? Un dilemma che aleggia nelle case di milioni di italiani, ma che ad oggi non sembra aver ottenuto ancora una risposta cerca capace di convincere la collettività a fidarsi completamente dell’elettrodomestico. In tanti, infatti, scoraggiano quanti vorrebbero usare una lavastoviglie snocciolando fantomatici dati su consumi in grado di mandare a rotoli un solido bilancio famigliare. Ma quei dati, quelle dichiarazioni amichevoli, sono reali o di pura fantasia?
Partiamo col dire che quelle affermazioni, nate in buonafede e non certo con l’intento di mandarci dinanzi al lavandino, sono figlie di vecchissimi test effettuati ormai molti anni fa, su modelli di lavastoviglie che possiamo considerare oggi totalmente obsolete. Per lungo tempo il lavaggio a mano è stato di certo la scelta più ecosostenibile. Ma oggi? Ora la “lavapiatti” si è evoluta a tal punto da risultare semplicemente ineguagliabile su tutti i fronti.
Per lavare a mano i piatti usati in una cena di 12 persone occorrerebbero in media 100 litri d'acqua (per lavare i piatti di una famiglia composta da 3 persone servono in media 60 litri d’acqua). Una lavastoviglie di ultima generazione riuscirebbe ad ottenere lo stesso risultato con circa 7 litri d’acqua. Certo, è evidente che per la lavastoviglie è necessario l’uso della corrente elettrica, ma un lavaggio completo richiede da 0.7 a 1.0 kw di energia. Quanto consumava invece il vecchio scaldino elettrico posizionato sotto al lavello?
Ci sono naturalmente degli stratagemmi da seguire, così da evitare consumi che possono essere tagliati del tutto.
- Evitare il prelavaggio
- Lavare sempre a pieno carico
- Pulire il filtro e aggiungere regolarmente il sale apposito
- Usare cicli rapidi o quelli economici
- Evitare l’asciugatura con aria calda
Nonostante i dati sopra evidenziati, e la reale capacità delle lavastoviglie di ridurre drasticamente i consumi elettrici e anche quelli dell’acqua, gli italiani, al pari degli svedesi, risultano non in grado di servirsi al meglio di questo elettrodomestico. A detta degli analisti il problema non sarebbe della lavastoviglie ma degli utenti che prima effettuano un (troppo) accurato prelavaggio a mano. In sintesi si spreca sia acqua che energia. I più precisi faranno notare che l’operazione è necessaria per la rimozione dei residui di cibo che poi potrebbero ostruire i filtri della lavastoviglie, ma dalle case produttrici di elettrodomestici evidenziano che per fare questa operazione non serve altro che una spazzola morbida.
Prima di concludere evidenziamo un problema legato all’uso della lavastoviglie. Benché sia la scelta migliore per l’ambiente, sia per quanto riguarda i ridotti consumi d’acqua che per quelli di elettricità, questo elettrodomestico risulta colpevole di usare detersivi più aggressivi “poco” amici della Natura. I fosfati disciolti in queste sostanze, una volta scaricati, contribuiscono ad alimentare il fenomeno dell'eutrofizzazione, la crescita eccezionale di alghe che priva di ossigeno gli altri organismi acquatici. Ridurre l’impatto negativo di queste sostanze è tuttavia possibile: chi possiede una lavastoviglie di ultima generazione, ad alta classe energetica, può ottenere ottimi risultati anche riducendo la quantità di detersivo utilizzato.
Il lavaggio a mano è dunque superato? Assolutamente no, lavare i piatti a mano è preferibile se la lavastoviglie è mezza vuota, o se avete piatti sporchi solo per due persone.