Emissioni di gas metano, ecco chi sono le 15 aziende di carne che inquinano quanto l’intera Europa
Il rapporto dell’Institute for agriculture and trade policy (Iatp) parla chiaro: le emissioni delle cinque società di carne e dei dieci caseifici più grandi del mondo equivalgono a oltre l’80 per cento dell’intera impronta generata dall’Ue

Che gli allevamenti di bestiame fossero fonte importante di emissioni di gas serra era cosa risaputa. Uno studio condotto dall’Institute for agriculture and trade policy (Iatp) ha tuttavia identificato quelli che, più di altri, hanno responsabilità inerenti le emissioni di gas metano. I risultati, presentati durante la Cop27 in Egitto, sono a dir poco inquietanti. I 15 produttori di carne e latticini più grandi del mondo producono infatti emissioni equivalenti a oltre l’80 per cento dell’intera impronta di metano dell’Unione europea. I dati sono stati estrapolati dalla fondazione americana che ha voluto comunque sottolineare la grande collaborazione delle aziende coinvolte, molto disponibili al confronto. Le 15 società responsabili delle emissioni, evidenzia l’Iatp, rappresenterebbero la decima nazione al mondo per emissioni di gas serra, più delle emissioni combinate di compagnie petrolifere come ExxonMobil, BP e Shell.
Gli allevamenti di bestiame più inquinanti
Tra gli allevamenti di carne meno sostenibili compare la JBS, la più grande al mondo nel settore della carne. Da sola, evidenzia il rapporto dell’Iatp, surclassa le emissioni di bestiame combinate di Francia, Germania, Canada e Nuova Zelanda (equivalenti al 55 per cento delle emissioni di metano degli Stati Uniti). Alle sue spalle si piazza Tyson, la seconda per grandezza, che produce gas metano quanto la Russia. Sul terzo gradino di un poco invidiabile podio si posiziona Dairy Farmers of America, che da sola produce quanto il Regno Unito. La Dairy Farmers of America, successivamente alla divulgazione del rapporto, ha scritto al Guardian dicendo di esser da tempo impegnata nella ricerca di soluzioni produttive meno impattanti, così da ridurre l’impronta climatica che il settore, inevitabilmente, genera.
In aumento le emissioni generate dagli allevamenti
E in effetti non sembra esserci soluzione al problema. Gli allevamenti di bestiame generano gas serra, ed è quasi ovvio che, a inquinare di più, siano proporzionalmente i maggiori produttori di carne. Le emissioni, inoltre, sono in continuo aumento, al pari del consumo di carne che cresce ovunque nel mondo. La Cina, che da sola conta circa 1,412 miliardi di persone (dati aggiornati al 2021), nell’ultimo decennio ha visto crescere la richiesta di carne, e le emissioni, del 17 per cento.
La soluzione
L’unica soluzione, pertanto, sarebbe quella di ridurre il consumo di carne. Soltanto riducendo il numero degli animali presenti nei singoli allevamenti, infatti, si riuscirebbe a tagliare rapidamente le emissioni di gas serra. Non tutti però concordano con questa tesi. Ci sono scienziati, e molti ambientalisti, che ritengono questa strada poco percorribile e di fatto inefficace. Per un mondo più pulito si dovrebbe di fatto porre fine al mercato della carne e dunque all’allevamento intensivo.