Fonti rinnovabili come soluzione al problema energetico, il Portogallo segna un record e diventa esempio da imitare
Nel Paese il 72 per cento dell’energia elettrica viene prodotta dalle rinnovabili. Nel mese di novembre è stato coperto l’87 per cento dei consumi nazionali

Le fonti energetiche rinnovabili possono sostituire quelle tradizionali? Il dibattito è acceso ormai da anni, ma gli interessi in gioco sono talmente alti che, soltanto dei chiari e inequivocabili risultati potranno far chiarezza sulla strada che l’intero pianeta dovrà prima o poi intraprendere. In gioco c’è il futuro del mondo e quello dei nostri figli.
Meglio il nucleare o le fonti rinnovabili
C’è chi insistentemente parla di nucleare, come fosse la soluzione magica dei problemi del mondo, ma dimentica di analizzare tutto ciò che il nucleare porta con sé. Innanzitutto i tempi di realizzazione. Per costruire e rendere operativa una centrale servono in media 15 anni. Parlare dei costi non è poi secondario. Una centrale in grado di erogare circa 1800 MW di potenza costa tra i 5 e i 10 miliardi di euro. E, in fine, ma non meno importanti, i costi e i rischi derivanti dalla gestione delle pericolose scorie, che andranno custodite in depositi speciali per secoli. Dall’altra parte ci sono le fonti rinnovabili che, benché non sempre apprezzate per il loro (minimo) impatto ambientale, hanno costi relativamente bassi e possono soddisfare le esigenze energetica di migliaia di famiglie.
C’è chi sosterrà che con le rinnovabili non si va da nessuna parte. E allora ecco la notizia. Il Portogallo ha segnato un nuovo record nella produzione di energia pulita da FER. Il Paese, grazie anche all’elevata produzione idroelettrica e fotovoltaica, chiuderà il 2023 con il miglior risultato di sempre. Secondo i dati del think tank Ember, negli ultimi 11 mesi il Portogallo ha generato dalle green energy il 72 per cento dell’elettricità prodotta nel Paese.

REN, operatore nazionale della rete di trasmissione, ha diffuso una nota stampa confermando che l’87 per cento dell’elettricità consumata in tutto il Paese proviene da fonti rinnovabili. Il restante 13 per cento proviene da fonti fossili tradizionali. “A novembre - scrive la Ren - le condizioni sono tornate favorevoli per la produzione idroelettrica ed eolica. Nel caso dell’energia idroelettrica l’indice di produttività è stato di 2,02 (media storica di 1), diventando così il terzo valore più alto nei record di REN per questo mese (record dal 1971). Nel settore idroelettrico, il 5 novembre è stato registrato un nuovo massimo storico di potenza immessa in rete, con 6.719 MW, superando i 6.569 MW di gennaio di quest’anno. Nell’energia eolica l’indice mensile è stato pari a 1,04, mentre nel fotovoltaico è stato pari a 0,92″.
L’Italia, come molti altri Paesi europei, avrebbe tutte le carte in regola per rendersi autonoma con solare, eolico, geotermico e idroelettrico, ma la politica sembra più ammaliata dal nucleare, per l’occasione vestito con abiti nuovi e apparentemente più puliti. Che futuro lasceremo alle future generazioni?