L’acqua è una risorsa preziosa, con il “Dry Garden” si può avere un giardino splendido senza sprechi
Chi ama le piante, e ha sempre avuto il cosiddetto “pollice verde”, potrà dedicarsi alla propria passione senza però sprecare ingenti quantità d’acqua, risorsa preziosa sempre meno disponibile a seguito dei cambiamenti climatici
Si chiama “Dry Garden” la nuova tecnica di giardinaggio che promette di conquistare milioni di utenti in tutto il mondo. Chi ama le piante, e ha sempre avuto il cosiddetto “pollice verde”, potrà dedicarsi alla propria passione senza però sprecare ingenti quantità d’acqua, risorsa preziosa sempre meno disponibile a seguito dei cambiamenti climatici. La scarsità idrica colpisce aree sempre maggiori anche in Italia, ma con il dry garden si potranno ottenere ugualmente ottimi risultati sia a livello paesaggistico che in materia di ecosostenibilità. Il tutto funziona ovviamente se si accetta di riprogettare il proprio giardino, mettendo al centro dello stesso una selezione di piante che hanno bisogno di poca acqua. Gli spazi verdi andranno dunque ripensati con intelligenza, adottando degli accorgimenti che permettano di limitare al massimo lo spreco idrico: ma non preoccupatevi perché il vostro amato giardino non perderà di bellezza. Le tecniche da adottare rientrano nel cosiddetto xeriscaping, neologismo che fonde la parola greca “xeros” (asciutto) a quella inglese “landscaping” (paesaggismo). L’uso appropriato di queste tecniche consentirà ai provetti giardinieri di dar vita ad un ecosistema “quasi completamente autosufficiente”, che richiederà 1 o 2 irrigazioni nell’arco di un intero anno.
Come dovrebbe essere il terreno del nostro dry garden
Le piante idonee per i dry garden non richiedono tantissima acqua, ma hanno comunque necessità di beneficiare di una terra idonea, caratterizzata da un buon drenaggio. Questa condizione eviterà ristagni d’acqua, che possono favorire gli attacchi fungini, e allo stesso tempo la conservazione di un sufficiente tasso di umidità che consentirà alla pianta di sfruttare al meglio le scarse risorse anche durante i mesi siccitosi. Se il terreno a vostra disposizione non avesse tali caratteristiche potrete comunque adattarlo con una semplice fresatura, o anche con l’integrazione di materiale drenante.
La scelta delle piante: ecco quelle che vi daranno più soddisfazione
Inutile dire che la scelta delle piante è tanto importante quanto la preparazione stessa del terreno. Oltre alle piante grasse, che tanti avranno ipotizzato esser l’unica scelta per la realizzazione di un giardino a secco, le opzioni a nostra disposizione sono tantissime. La flora mediterranea da sola ci offrirà un ampio ventaglio di possibilità. Oltre ai grandi classici, come ad esempio il rosmarino, la salvia e il timo, potremo puntare su lavanda, ruta, origano o persino sullo splendido mirto: piante sempre verdi utili anche in cucina. Ma vediamole una per una:
Il Rosmarinus officinalis
Si tratta di una pianta straordinaria, capace di dare al vostro giardino profumi intensi e, cosa non secondaria, di attrarre una grande quantità di insetti impollinatori. Reperibile nei comuni supermercati, in tantissime varietà e per pochi euro, è una di quelle piante che non può proprio mancare nel giardino perfetto.
La Salvia officinalis
Famosa e usata quasi quanto il rosmarino la Salvia officinalis viene comunemente usata in cucina per insaporire una moltitudine di piatti. C’è tuttavia chi la predilige come portata principale. In Sardegna ne esiste una tipologia dalle foglie “enormi” che si presta ad esser pastellata e fritta.
Il Thymus officinalis
Anche questa pianta, come le precedenti, gode di un ampio utilizzo nella cucina mediterranea. Le piccole foglie vengono usate per insaporire zuppe e ricette a base vegetale.
La Lavandula angustifolia
Si tratta di una pianta straordinaria, che renderà ancor più bello e profumato il vostro giardino. C’è chi se ne serve in cucina ma la maggior parte degli utenti la usa per portare un pizzico di freschezza all’interno di cassettoni e armadi.
L'Origanum majorana
In un Dry Garden non deve poi mancare la maggiorana. Dal sapore più dolce, rispetto al classico origano, è ottima per insaporire tutti i piatti a base di pesce, ma anche semplicemente per abbellire i giardini. La maggiorana è in grado di sopportare temperature basse, anche di poco inferiori allo zero, ma per la sua sopravvivenza sarà fondamentale aver fatto un buon lavoro sul terreno che dovrà esser perfettamente drenato e poco umido.
Il Myrtus communis
Si tratta di una pianta che si adatta facilmente ai climi più freddi, ma che dà il massimo nelle regioni del Sud Italia. Particolarmente amata in Sardegna, dove la si usa sia per insaporire le carni che per la realizzazione di un liquore straordinario, il Myrtus communis è una pianta sempre verde che nei mesi di maggio e giugno si ricopre di splendidi fiori bianchi che attirano api e bombi.
La Ruta graveolens
Un erba aromatica che darà carattere al vostro giardino, ma che potrà esser utilizzata anche per dare un gusto particolare ai piatti a base di selvaggina e una marcia in più alle grappe fatte in casa. Il suo profumo non è particolarmente apprezzato da ratti e serpenti, che si tengono a distanza.
La Tulbaghia simmleri
Si tratta di una pianta che si adatta a vivere in piena terra ma anche in vaso. I suoi fiori viola sono commestibili, benché abbiano un intenso sapore di aglio. C’è chi la apprezza nelle insalate.
Lo Zanthoxylum piperitum
Il pepe giapponese o pepe di Sichuan, è un arbusto perenne dalle origini tropicali molto bello e decorativo, ideale per un piccolo giardino ma anche un terrazzo o uno spazio verde dalle dimensioni limitate. Raramente raggiunge i due metri di altezza, e viene spesso impiegato anche per ottenere magnifici bonsai da interno. La pianta è piuttosto resistente, tollera bene il caldo estivo e sopporta il clima rigido invernale, anche con temperature sotto zero. La pianta si presenta come un arbusto dal tronco e dai rami molto duri, legnosi e piuttosto spinosi e dalle foglie piccole, di colore verde scuro e brillante. In estate produce piccoli fiori giallo-verdi e frutti rossi molto simili ai grani di pepe. Dai frutti del pepe giapponese si può ricavare una spezia dal gusto piccante, ma totalmente differente dal comune pepe nero.
Ma la scelta, come anticipato, è pressoché illimitata. Tra le tante che si prestano all’impianto in un giardino secco includono arbusti mediterranei come l’oleandro e il corbezzolo, ma anche svariate graminacee ornamentali come la Stipa tenuissima, la Koeleria glauca e la grande famiglia dei Pennisetum. Ci sono poi le piante da fiore, tenaci e durevoli, come la Gaura lindheimeri, le diverse specie di Gazania e la Lantana.
Messa a dimora delle piante e irrigazioni
Le piante da dry garden, vanno messe in dimora di solito nella stagione autunnale. Questo perché le piogge, che perdureranno fino all’inverno, consentiranno alle radici di svilupparsi così da affrontare poi le difficoltà dell’estate. Nel corso della stagione calda il Dry Garden avrà bisogno di pochissima acqua, ma ciò non deve esser una giustificazione per potersi scordare di lui. Sarà meglio predisporre un sistema di irrigazione, fondamentale soprattutto il primo anno. Le irrigazioni, “leggermente più frequenti” in questa fase delicata, andranno effettuate comunque di rado, anche se dovranno essere “abbondanti”: innaffiate simulando un acquazzone estivo e le piante impareranno a rafforzarsi per sopravvivere in modo quasi autosufficiente nel momento in cui il numero delle irrigazioni calerà. Sul terreno gli esperti del settore consigliano di utilizzare compost e ghiaia. Evitate invece la corteccia delle conifere in quanto tende a rendere acido il suolo.
E ora godiamoci il nostro bel giardino
Le scarse irrigazioni avranno effetti prodigiosi sulle necessità del tuo giardino in fatto di manutenzione. Irrigando una o due volte in tutto l’anno la crescita delle piante sarà lenta, rendendo necessari pochi interventi di potatura. Nel vostro Dry Garden nasceranno inoltre pochissime erbacce. La scarsità di acqua non piace alle infestanti che avranno a disposizione pochissime risorse per tentare una colonizzazione degli spazi liberi.