L’Indonesia apre le porte ai lavoratori in smart working: una vita in vacanza e per i primi 5 anni esentasse
Ma attenzione, perché non esser tassati nel Paese di destinazione non significa esserlo anche nella nazione di origine
L’azienda per la quale lavorate vi consente di svolgere l’attività in smart working? L’Indonesia, a breve, potrebbe avere un’opportunità irripetibile che non potrete assolutamente rifiutare. Stando alle indiscrezioni rilasciate dal ministro del Turismo, Sandiaga Uno, a breve il governo offrirà ai lavoratori in smart working la possibilità di trasferirsi in quello che è per tanti un vero e proprio paradiso terrestre. E per i primi 5 anni non si dovranno pagare le tasse. Tra le mete a disposizione dei fortunati lavoratori anche la bellissima isola di Bali. L’obiettivo del ministero del Turismo, ambizioso ma visto le premesse decisamente fattibile, è quello di portare nel Paese 3,6 milioni di viaggiatori, condizione che consentirebbe poi di creare almeno un milione di posti di lavoro per gli indonesiani.

Uno, nel suo intervento televisivo, ha ribadito - qualora ci fossero malintesi – che la formula del soggiorno esentasse sarà applicata soltanto per i lavoratori stranieri i cui stipendi provengano dall’estero. Diversamente, e in Indonesia ne sono consapevoli, l’ingresso nel mercato di così tanti lavoratori metterebbe a serio rischio l’economia nazionale. Stando quanto dichiarato dal ministro al South China Morning Post il turismo in Indonesia sarà ricordato per le 3 S, che non saranno più iniziali delle parole “Sun, Sea e Sand” (sole, mare e sabbia) ma di “Serenity, Spirituality e Sustainability” (serenità, spiritualità e sostenibilità).
La decisione del Governo si è basata unicamente su una intervista condotta su migliaia di lavoratori stranieri: il 95 per cento avrebbe descritto l’Indonesia come la meta dei sogni e si sarebbe detto disponibile al trasferimento. Va comunque detto che l’esenzione al pagamento delle tasse in Indonesia non esime dal farlo nel proprio paese di origine… Prima di preparare i bagagli e partire è bene informarsi. E sul piatto della bilancia andrebbero messi anche altri aspetti negativi. La vita in Indonesia comporta dei pericoli. La natura imprevedibile (terremoti, eruzioni vulcaniche e tsunami non sono poi così improbabili), e la fauna potenzialmente letale, vanno tenuti bene a mente. L’Indonesia in ogni caso non è il solo Paese al mondo che ambisce a risollevare la propria economia puntando sul turismo. Qualcosa di simile stanno facendo anche Georgia, Croazia e Portogallo, offrendo visti a condizione che si disponga di un cospicuo conto corrente.