Le vespe sono vittime di una diffamazione globale, ma vanno protette: ecco il loro ruolo. I media sono colpevoli
Non producono il prezioso miele, come le api, ma come queste anche loro hanno funzioni importanti
Lo studio “Bee-Ing positive about wasp-negative media reporting: the opinions of scientists and their influence on the media”, pubblicato su Insectes Sociaux da un team di ricercatori del Centre for Biodiversity and Environment Research (CAOi) del Department of genetics, evolution and environment dell’University College London (UCL) si basa su un sondaggio condotto su 115 ricercatori che si occupano di vespe e api di tutto i continenti e conferma che le opinioni sulle vespe sono molto più negative di quelle sulle loro cugine api. Stando ai risultati della ricerca la copertura mediatica delle vespe tende a ritrarle come parassiti pericolosi, prestando scarsa attenzione ai loro attributi positivi come impollinatori e predatori che controllano i parassiti. Ma evidenzia anche che «gli scienziati hanno un ruolo importante nel combattere questo pregiudizio contro le vespe, impegnandosi con i media per facilitare una copertura accurata».
L’autrice senior dello studio, Seirian Sumner di UCL Biosciences, evidenzia: «Poiché molte popolazioni di insetti sono in declino in tutto il mondo, c’è un urgente bisogno di intensificare gli sforzi di conservazione. Dato l’impatto che può avere il sostegno pubblico per la conservazione, è fondamentale che l’opinione pubblica riconosca il valore di tutti gli insetti come componenti essenziali degli ambienti in cui viviamo. I media svolgono un ruolo importante nel plasmare la consapevolezza pubblica, modificando gli atteggiamenti che possono contribuire alle azioni di conservazione, perché le persone considerino una specie degna di essere protetta».
Gli autori dello studio hanno intervistato i ricercatori – compresi 55 scienziati specializzati in vespe di 20 Paesi e 60 scienziati specializzati in api come gruppo comparativo date le somiglianze tra i due insetti – sulla copertura mediatica del loro insetto oggetto di studio. Quasi tutti gli studiosi delle vespe concordano sul fatto che «i media ritraggono le vespe sotto una luce negativa o fortemente negativa», con solo due intervistati che definiscono la copertura positiva, mentre la grande maggioranza degli scienziati delle api concorda sul fatto che «le api tendono ad ottenere una copertura positiva». Tutti concordavano anche sul fatto che la copertura mediatica riflette l’opinione pubblica, dato che la maggior parte dei non scienziati generalmente ha un’opinione negativa nei confronti delle vespe, ma positiva nei confronti delle api.
Entrambi i gruppi di scienziati concordano sul fatto che i media sono importanti per promuovere la conversazione sugli insetti che studiano. E tra gli scienziati che avevano interagito con i media, anche gli scienziati che si occupano di vespe dicono che dopo che i giornalisti avevano parlato con loro l’immagine mediatica delle vespe tendeva ad essere più positiva e che i loro contributi avevano avuto un impatto positivo.
L’autrice principale dello studio, Cintia Oi del CAOi, conclude: «Le vespe svolgono un ruolo molto importante negli ecosistemi di tutto il mondo: sono particolarmente importanti per l’agricoltura, poiché impollinano centinaia di specie di piante e possono essere eccellenti disinfestatori che dare la caccia agli afidi e ai bruchi che danneggiano i raccolti. Ma la maggior parte delle persone non si rende conto di quanto siano preziose e le vede semplicemente come parassiti che disturbano i picnic, e poi le storie negative dei media rafforzano tali stereotipi. Gli studiosi delle vespe potrebbero essere in grado di cambiare la rappresentazione delle vespe nei media, collaborando con i giornalisti per aiutare a educare l’opinione pubblica sul valore di questo insetto tanto diffamato e, si spera, per promuovere il sostegno agli sforzi di conservazione».
A cura di Greenreport.it