Un suono aiuta a riconoscere dove cadranno i detriti spaziali
La Terra diventa ogni anno più grande a causa dei rifiuti che piovono dal cielo

Resti di razzi, strumenti persi dagli astronauti in attività extraveicolari, satelliti dismessi e altro ancora attraversano l’orbita terrestre inferiore, raggiungendo velocità di 29.000 chilometri orari. Quando un oggetto, che sia roccia spaziale o detriti spaziali, entra nell’atmosfera, gli scienziati cercano di tracciarne la traiettoria per stimare dove atterrerà.
Ogni anno, la Terra diventa un po’ più grande. Migliaia di tonnellate di polvere spaziale cadono dal cielo, mentre circa 50 tonnellate all’anno di meteoriti si schiantano sulla superficie. Dagli anni ’60, anche i detriti spaziali sono occasionalmente tornati sulla Terra, cadendo da una nebulosa sfera di detriti che circonda il pianeta.
In uno studio presentato all’Assemblea Generale dell’Unione Europea di Geoscienze, Elizabeth Silber, scienziata dei Sandia National Laboratories, ha analizzato come i sensori a infrasuoni – strumenti che rilevano suoni a frequenze inferiori a quelle udibili dagli esseri umani – ascoltino i bolidi, i lampi e i boati luminosi prodotti da grandi meteoroidi che si disintegrano in alto nel cielo. Questi eventi rilasciano enormi quantità di energia, creando onde d’urto che viaggiano come segnali infrasuoni per migliaia di chilometri.
Silber ha utilizzato una rete di sensori infrasuoni distribuita in tutto il mondo, gestita dalla Comprehensive Test Ban Treaty Organization (CTBTO), un’organizzazione incaricata di rilevare esplosioni illecite. Questi strumenti registrano anche qualsiasi altro rumore, dai tuoni ai velivoli supersonici.
Se un bolide entra nell’atmosfera terrestre con un angolo relativamente ripido – maggiore di 60° – l’analisi del segnale infrasuono fornisce la traiettoria corretta. Ma quando il bolide entra più orizzontalmente, l’incertezza aumenta. “Gli infrasuoni di un bolide sono più simili a un boom sonico che si estende nel cielo che a un singolo botto”, afferma Silber.
Se non si sa dove sta andando qualcosa, è difficile prepararsi.