Bevono troppo Prozac, i pesci stanno "impazzendo": la ricerca e la verità sconvolgente
Una ricerca ha scoperto il motivo per cui molte specie si comportano in modo bizzarro: Meno vitali, meno fecondi, meno capaci di rispondere ai cambiamenti della Natura e di reagire, adattandosi
Meno vitali, meno fecondi, meno capaci di rispondere ai cambiamenti della Natura e di reagire, adattandosi: i pesci stanno cambiando e la colpa sono le acque reflue che contengono sempre maggiori quantità di antidepressivi, riflesso del maggior uso che ne viene fatto.
Una nuova ricerca ha scoperto che la contaminazione dei corsi d'acqua con l'antidepressivo Prozac sta alterando l'organismo e il comportamento dei pesci in modi che potrebbero minacciarne la sopravvivenza a lungo termine. Con l'aumento del consumo globale di prodotti farmaceutici, i residui sono confluiti nei fiumi e nei corsi d'acqua attraverso le acque reflue, sollevando preoccupazioni circa gli effetti sugli ecosistemi e sulla fauna selvatica. Una ricerca pubblicata sulla rivista Animal Ecology ha scoperto che basse concentrazioni di fluoxetina, un antidepressivo comunemente noto come Prozac, hanno ridotto le condizioni fisiche e la vitalità dello sperma dei guppy maschi per più generazioni. Il coautore principale dello studio, il dott. Upama Aich della Monash University, ha affermato che migliaia di sostanze chimiche "venivano scaricate nei nostri corsi d'acqua ogni giorno". I ricercatori hanno scelto di esaminare la fluoxetina perche' era "piuttosto onnipresente". Aich ha affermato che i cambiamenti osservati nei pesci a basse concentrazioni del farmaco dovrebbero essere presi come un avvertimento sulla loro capacità di "vivere, sopravvivere e prosperare in un ambiente inquinato".
I ricercatori hanno catturato 3.600 pesci guppy selvatici, una specie invasiva in Australia, e li hanno assegnati in modo casuale a vasche dotate di ghiaia e piante acquatiche. Nel corso di cinque anni hanno inserito nelle le vasche diverse concentrazioni di fluoxetina: zero, bassa (31,5 nanogrammi al litro) e alta (316 ng/L), in linea con i livelli riscontrati nell'ambiente naturale. I ricercatori hanno quindi studiato gli effetti sul comportamento dei pesci maschi, sui loro corpi e sui tratti riproduttivi nel corso di più generazioni. Aich ha affermato che una bassa esposizione ha ridotto le condizioni fisiche dei maschi nella popolazione nel suo complesso, "il che è davvero importante, non solo per l'accoppiamento, ma anche per combattere con altri maschi e per la loro sopravvivenza complessiva". L'esposizione a basse dosi ha anche ridotto la velocità dello sperma ma ha aumentato la lunghezza del gonopodio, un organo simile a una pinna utilizzato per fecondare la femmina. L'esposizione al farmaco ha anche ridotto la variazione nell'attività e nel comportamento rischioso, il che potrebbe influenzare la capacità dei guppy di rispondere ai cambiamenti in natura.