La Regione Abruzzo ha deciso: bisogna uccidere 500 cervi. Il mondo ambientalista in rivolta
È online la petizione per fermare la strage
Da una parte c'è Villetta Barrea, una località in Abruzzo meta turistica dove è possibile vedere da vicino i cervi e, nella stagione dell'amore, ascoltarne i bramiti. Dall'altra la giunta regionale che - con l'approvazione di Coldiretti - ha emesso un decreto che prevede l'uccisione di 500 esemplari definendo la strage "prelievo selettivo". Il tema è la proliferazione dei cervi a partire dal Parco Nazionale d'Abruzzo. Per "ristabilire l'equilibrio", sostiene la Regione corroborata da un parere positivo di Ispra, occorre "prelevarne" 500.
Il piano di gestione su cui Ispra ha deliberato supporta una serie di azioni di contenimento di cui, però, l'uccisione è solo l'estrema ratio mentre, secondo le associazioni ambientaliste, Wwf e Legambiente in testa, sarebbe l'unica strada scelta dalla giunta di Marsilio.
Tutti contro la decisione di uccidere i 500 cervi
Insomma l'Abruzzo, e non solo, è sul piede di guerra.
Con una delibera dell’8 agosto scorso, infatti, la Giunta regionale ha autorizzato, in Abruzzo, terra dei parchi e del verde, la caccia ai cervi, approvando “il prelievo selettivo” di circa 500 esemplari, che avverrà in due aree dell’Aquilano. «Da animale iconico e rappresentativo della nostra natura selvaggia, diventa bersaglio, e si abbandona impunemente la visione di una realtà capace di convivenza con la fauna selvatica, e, soprattutto, si tradisce un modello di educazione ambientale e di tutela della biodiversità faticosamente delineato», sostiene il Wwf Abruzzo che promette battaglia e chiede un tavolo di confronto, rimarcando che «la gestione della fauna è questione complessa che non può avere i fucili come unica soluzione. Quanto accaduto per altre specie, come il cinghiale che, pur sottoposto a ogni tipo di prelievo venatorio non si riesce a controllare, dovrebbe essere emblematico», conclude. Dalla politica arriva il no deciso di un fronte che abbraccia Forza Italia (e quindi della maggioranza che regge il governo regionale) , Noi Moderati, con l'onorevole Michela Vittoria Brambilla che presiede l’intergruppo parlamentare per i diritti degli animali, i 5Stelle, che parlano di «mattanza senza senso» e il Pd.
Le dure parole di Confagricoltura a favore dell'uccisione
Durissima la posizione di Confagricoltura Abruzzo: «Questa volta si deve andare fino in fondo perché abbiamo perso troppo tempo andando dietro alle paturnie di questi sacerdoti dell'ambientalismo metropolitano che bloccano ogni iniziativa di buon senso ed in linea con leggi e regolamenti, in barba e in danno dei cittadini danneggiati dagli incidenti stradali, degli agricoltori costretti ad abbandonare la loro attività in vaste aree interne e dei bilanci regionali». A sostenerlo è il presidente regionale di Confagricoltura, Fabrizio Lobene. «Le azioni introdotte - sottolinea Lobene - vanno nella giusta direzione e trovano la nostra condivisione. Le norme ci sono, abbiamo finalmente il piano faunistico venatorio, i risultati degli studi ed il parere dell'Ispra che ha stabilito il numero di cervi da abbattere e le zone dove occorre riportare la fauna selvatica verso una densità sostenibile e coerente con la presenza delle attività umane. Le direttive dell'Ispra non possono essere prese per buone solo quando fa comodo».
La battaglia è appena iniziata.