Solo e malnutrito, la storia del leone ridotto pelle e ossa e lo zoo cinese che non prova vergogna
Dalla direzione tentano di giustificare la realtà dei fatti dicendo che l’animale ha semplicemente difficoltà di masticazione, e dunque è costretto a seguire una dieta liquida
Che strazio vedere queste immagini. L’esemplare ripreso in video è ospite – ma forse il termine più appropriato dovrebbe essere “prigioniero” – presso lo zoo Jinniu Lake Safari Park di Nanchino, in Cina. Denutrito, quasi il fantasma di un re della savana ormai deposto, si trascina sulle zampe con evidente dolore. E lo fa in totale solitudine, all’interno di un recinto che ormai non ha la “fortuna” di condividere con altri della sua specie. Un isolamento forzato insomma, che ha colpito anche i tanti che ogni giorno si recano al parco - termine gentile usato oggi per definire le prigioni di questi poveri animali - con i propri bambini. Ala, questo il nome del felino, è abbandonato al proprio destino.
La giustificazione dello zoo
Dalla direzione tentano di giustificare la realtà dei fatti dicendo che l’animale ha semplicemente difficoltà di masticazione, e dunque è costretto a seguire una dieta liquida. Il suo stato di salute sarebbe - dicono dallo zoo - ottimale: si prendono cura del felino i veterinari del parco… Peccato che i filmati dicano tutt’altro. Associazioni animaliste e visitatori chiedono a gran voce il trasferimento del leone in una struttura attrezzata, un luogo dove ci si possa realmente prendere cura di lui. Ala, come molti suoi simili, e altri sfortunati animali appartenenti ad altre specie, si trova in gabbia da tantissimi anni. Strappato dalla sua amata Africa, dove viveva libero, è stato messo in vendita e acquistato dallo zoo, che lo usa come banale attrazione, finché morte non sopraggiunga con l’agognato riposo.