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A Roma scoppia la guerra degli alberi e c'è chi finisce in tribunale. Ecco come fanno a Modena

Nella Capitale ne taglieranno 232 ma uno studio avverte: aiutano il clima e anche la salute

Stefania Divertitodi Stefania Divertito   
A Roma scoppia la guerra degli alberi e c'è chi finisce in tribunale. Ecco come fanno a Modena

Santa Maria della Pietà è un ex manicomio, a Roma, diventato centro culturale, teatro, parco pubblico. Un sottobosco profumato che è un vero e proprio polmone di ossigeno per una zona della città piena di cemento. La notizia è di queste ore: il comune dovrà abbattere 232 alberti. Tecnicamente, perchè sono "ammalorati" ma fa molta impressione. Stessa notizia per i pini marittimi di via Gregorio VII. Nelle città sempre più roventi, dove gli alberi sono preziosi alleati per abbattere le bolel di calore, la notizia dell'abbatitmento dei "giganti d'ombra" fa discutere. 

La denuncia del Codacons

"Si apre un nuovo fronte a Roma: con una denuncia per abuso d'ufficio e disastro ambientale e una diffida a 'interrompere l'attuale opera di abbattimento indiscriminato degli alberi appartenenti al patrimonio verde della città' procedendo invece 'all'abbattimento dei soli alberi malati, pericolosi per l'incolumità delle persone": è il Codacons ad attaccare la gestione del piano comunale legato al verde.

"Ormai da parecchio tempo- si legge in una nota - nella Capitale si assiste all'abbattimento di alberi secolari, che caratterizzano la città, con l'obiettivo di evitare pericoli relativi alla caduta di rami o alberi. E anche in questi giorni l'attività continua (a villa Celimontana e a Testaccio) applicando una simbologia già diffusa sugli alberi del Lungotevere e di Piazza S. Croce in Gerusalemme: un punto verde sul tronco significa che l'albero non verrà abbattuto, un punto rosso significa l'opposto. Se l'obiettivo di evitare pericoli è condivisibile, molto dubbi sorgono sui metodi: le opere di abbattimento a Roma, infatti, non avrebbero tenuto conto della necessaria tutela dell'ambiente urbano e del diritto alla salute dei cittadini, visto che sembrerebbe che siano stati abbattuti, e si stiano abbattendo tutt'ora, alberi perfettamente sani, che assolvevano senza criticità alle loro numerose funzioni - con collocamento in loro sostituzione di alberi dalle caratteristiche totalmente difformi, o addirittura senza alcuna sostituzione. Una prassi, questa, che ha conseguenze dirette sul centro di Roma, patrimonio dell'Unesco e vetrina turistica della città. Ma le ricadute vanno oltre l'estetica, comprendendo anche la salute e il benessere della collettività: l'impatto di questi alberi in fatto di abbassamento del livello di polveri sottili presenti nell'aria e di contrasto ai picchi di calore è infatti indubbio. Questi interventi appaiono in contrasto con la normativa nazionale e che non si capisce se siano stati individuati con specifica istruttoria sulle singole piante per verificarne la salute e l'integrità: sul punto, infatti, non sembrano reperibili gli atti relativi all'istruttoria che il Comune di Roma è tenuto ad effettuare prima di procedere. L'associazione, in ogni caso, ha deciso di rivolgersi alla Procura proprio per chiarire tutti i punti oscuri di questa intricata vicenda».

A Modena si tenta con il censimento degli alberi

SOno tanti i fronti cittadini che vedono da una parte le associazioni e i comitati, e dall'altra i comuni alle prese con la gestione del verde e della sicurezza pubblica. A Modena è stata intrapresa un'altra strada: un vero e proprio censimento del patrimonio arboreo del Comune. Lo sta portando avanti l'amministrazione di Modena, per poter contare su una banca dati delle 55.000 piante che si trovano sulle strade cittadine, nelle aree verdi di edifici pubblici e scuole, nei parchi e nei giardini pubblici. L'idea è poterle monitorare con continuità "così da garantirne cura e manutenzione", spiegano gli uffici. 

Non ci si limiterà a individuare e numerare i singoli alberi, ma per ogni pianta verranno indicati il genere (con tanto di specie ed eventuale sottospecie), i cosiddetti dati dendrometrici (l'altezza, il diametro misurato a 1,30 metri da terra, nel caso di ceppaie anche il diametro minimo e massimo), la forma di accrescimento (se monocormica o policormica, nel caso di ceppaie anche il numero dei fusti).

Non solo estetica e clima: gli alberi fanno bene alla salute

Non è solo una questione di estetica delle città o di limitare le isole di calore: gli alberi fanno bene alla salute. Le persone che vivono in quartieri in cui il numero di alberi e arbusti è più che raddoppiato hanno mostrato livelli inferiori di un marcatore ematico di infiammazione rispetto a coloro che vivono al di fuori delle aree piantumate. È il risultato di un progetto di ricerca portato avanti dall'Università di Louisville (UofL). Il team ha applicato il "trattamento", vale a dire l'aggiunta di grandi alberi e arbusti, ai quartieri di alcuni partecipanti, ma non ad altri. Hanno quindi confrontato i dati sanitari dei residenti per vedere come l'aggiunta degli alberi influisse sulla loro salute. Per comprendere lo stato di salute della comunità all'inizio dello studio, i ricercatori hanno prelevato campioni di sangue, urina, capelli e unghie e documentato i dati sanitari di 745 persone che vivevano in un'area di quattro miglia quadrate a sud di Louisville.

Dopo questa raccolta di dati di base, l'Envirome Institute ha collaborato con The Nature Conservancy e una serie di partner e appaltatori locali per piantare più di 8.000 grandi alberi e arbusti in quartieri designati all'interno dell'area del progetto. Coloro che vivevano nell'area verde sono stati considerati la popolazione trattata e i risultati ottenuti da questa popolazione sono stati confrontati con i residenti dei quartieri adiacenti, dove il team del progetto non ha piantato alcun albero. Dopo le piantagioni, il team di ricerca ha rivalutato la salute dei residenti. Hanno scoperto che coloro che vivevano nell'area verde avevano livelli del 13-20 per cento inferiori di un biomarcatore di infiammazione generale, una misura chiamata proteina C-reattiva ad alta sensibilità (hsCRP) rispetto a coloro che vivevano nelle aree che non avevano ricevuto nuovialberi o arbusti. Livelli più alti di hsCRP sono fortemente associati a un rischio di malattie cardiovascolari e sono un indicatore di infarto ancora più forte rispetto ai livelli di colesterolo. Livelli più alti di CRP indicano anche un rischio più alto di diabete e di alcuni tumori. Una riduzione di questa percentuale della hsCRP corrisponde a una riduzione di circa il 10-15 per cento del rischio di infarti, cancro o morte per qualsiasi malattia. "Questi risultati del Green Heart Louisville Project indicano che gli alberi contribuiscono alle nostre vite più della bellezza e dell'ombra. Possono migliorare la salute delle persone che vivono intorno a loro", ha affermato Aruni Bhatnagar, direttore dell'Envirome Institute e professore di medicina presso l'UofL.

Stefania Divertitodi Stefania Divertito   
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