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“La presenza dei pesci nel lago è un problema”, la proposta shock per ottenere acqua potabile

Verranno rimossi pesci per un totale di 1,5 tonnellate, ma le associazioni animaliste protestano e parlano di ben altri numeri. Il bacino, di fatto, sarà completamente svuotato

Roberto Zoncadi Roberto Zonca   

Chissà perché le soluzioni che l’uomo spesso trova a problemi creati dai suoi stessi simili si ripercuotono, sistematicamente, sulla Natura (generando ulteriori problemi che altri dovranno poi risolvere). In Catalogna, a seguito della forte siccità che sta mettendo in grave emergenza idrica la popolazione, presto si procederà con l’eliminazione di migliaia di pesci dal bacino idrico di Sau. La premessa del governo locale, che lanciato l’idea così da recuperare qualche metro cubo extra di acqua potabile per la popolazione, parte da una (ipotetica) inevitabile morte dei pesci, a seguito della periodica riduzione del livello d'acqua del bacino nei mesi estivi. L’amministrazione ha così deciso di rimuovere 1,5 tonnellate di pesci, la cui presenza potrebbe compromettere la qualità dell’acqua. Il bacino, fanno sapere fonti locali, è a oggi al 10 per cento della sua capacità. Un livello così basso, in questo periodo dell’anno, non lo si registrava dal lontano 1990.

Andranno pescate le sole specie invasive

Il bacino di Sau, che dista poco meno di 90 chilometri da Barcellona, ospiterebbe - secondo le stime - fino a 60 tonnellate di pesci. Pescarne 1,5 tonnellate non ne altererebbe dunque gli equilibri: anche perché l’80 per cento dei pesci appartengono a specie infestanti. Dall’amministrazione fanno sapere di aver dato mandato a 5 pescherecci che hanno comunque l’obbligo di rimettere in acqua tutti i pesci nativi.

Per le specie infestanti, tra le quali spiccano pesci gatto di Wels, carpe comuni e lucioperca (introdotti, nonostante le normative vigenti sulle specie esotiche, per la pesca sportiva), nessuna pietà. Una volta pescati saranno ceduti ad un’azienda locale che se ne servirà per creare biodiesel o fertilizzanti. Nonostante alcune proteste sembra esser ormai chiaro a tutti i residenti che sul tavolo non ci sono altre opzioni. L'emergenza idrica è gravissima, tanto che la stessa Elisabet Mas, dell'Agenzia catalana per l'acqua, ha parlato di "scenario estremo" che rende necessario sfruttare "le poche risorse disponibili".

Protestano gli animalisti

Le associazioni animaliste sono naturalmente sul piede di guerra, anche perché l’informativa diffusa dall’amministrazione promotrice dell’iniziativa non sembrerebbe del tutto completa. Il governo locale parla di 1,5 tonnellate di pesce da rimuovere dal bacino, mentre all’associazione Anima Naturalis risultano ben altri numeri: "In Catalogna – ha scritto su twitter Aïda Gascón, direttrice dell'area spagnola - stanno per sterminare 60 tonnellate di pesci per evitare che contaminino l'acqua di un bacino. Gli animali sono i primi a pagare gli effetti della siccità, mentre la società continuerà a mangiare carne".

Roberto Zoncadi Roberto Zonca   
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