Dei pesci alieni velenosi minacciano l’estate degli italiani. L’Ispra lancia l’allarme
Diversi gli avvistamenti lungo le coste. Tra gli ospiti indesiderati, giunti nei nostri mari attraverso il Canale di Suez il pesce scorpione, il pesce palla maculato e i pesci coniglio
L’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), annuncia che sono stati «avvistati nelle acque calabresi due esemplari di pesce scorpione Pterois miles, specie aliena originaria del Mar Rosso, il primo catturato pochi giorni fa in località ‘Le Castella’ (KR) da pescatori professionisti alla profondità di circa 24 metri, il secondo avvistato e fotografato in data 25 giugno durante un’immersione ricreativa lungo le coste di Marina di Gioiosa Ionica (RC), da un subacqueo a circa 12 metri di profondità. Gli avvistamenti sono stati prontamente segnalati a Ispra, alla Capitaneria di Porto di Crotone e al progetto AlienFish dell’Ente Fauna Marina Mediterranea, coinvolti insieme al CNR-IRBIM (Istituto per le Risorse Biologiche e le biotecnologie Marine) nella campagna di allerta denominata Attenti a quei 4!».
Gli ospiti indesiderati
Oltre al pesce scorpione, la campagna “Attenti a quei 4!” riguarda il pesce palla maculato e i pesci coniglio, è patrocinata dai ministeri dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, dell’ambiente e della sicurezza energetica, della salute e dal Comando generale delle Capitanerie di Porto, con la collaborazione di Ispra, CNR ed il progetto AlienFish. I ricercatori dell’Ispra, del CNR-IRBIM e di Ente Fauna Marina Mediterranea del Progetto AlienFish invitano chiunque abbia osservato o catturato uno di questi pesci in acque italiane ad inviare eventuali foto/video via WhatsApp al numero dedicato +320 4365210 o attraverso il gruppo Facebook Oddfish utilizzando l’hashtag: #Attenti4
L’Ispra ricorda che «entrato dal Canale di Suez, il pesce scorpione ha già colonizzato con abbondanti popolazioni i settori più orientali del Mediterraneo e si sta velocemente espandendo verso ovest, favorito dall’aumento delle temperature. La specie è stata segnalata per la prima volta in Italia nel 2016 nella Sicilia sud-orientale ed è una tra le specie più invasive al mondo, nota per aver invaso gran parte delle coste Atlantiche occidentali con imponenti impatti ecologici. La specie è commestibile e possiede carni pregiate ma è pericoloso maneggiarla perché sulle pinne dorsale, anale e pelviche presenta spine velenose, molto lunghe e sottili. La puntura di queste spine può creare gravi danni a chi la subisce, in rari casi anche con esito letale. Il veleno si mantiene attivo dalle 24 alle 48 ore dopo la morte del pesce, per cui la pericolosità delle specie resta elevata anche su esemplari morti da diverse ore, quindi riscontrabili anche sul mercato».
A cura di GreenReport.it