Mancano le attrezzature per fermare il petrolio: SOS internazionale perchè il disastro non è ancora finito
Lotta contro il tempo per fermare il petrolio
La marea nera causata dal naufragio di due petroliere russe il 15 dicembre continua a colpire il sud-ovest della Russia e la Crimea, con l'espansione dell'inquinamento su nuove spiagge. Quando si sono spezzate in preda alla tempesta affondando nello stretto di Kerch, le petroliere, Volgoneft-212 e Volgoneft-239, trasportavano 9.200 tonnellate di combustibile, di cui circa il 40% si è probabilmente riversato in mare.
Una catastrofe ecologica e non ci sono le attrezzature adeguate
Le autorità, insieme a volontari, stanno conducendo operazioni di pulizia, ma la situazione rimane critica. In Crimea sono stati individuati due siti inquinati, vicino alla spiaggia di Kerch e al lago Tobetchiskoe. Sulla costa russa, sono state rimosse circa 73.000 tonnellate di sabbia contaminata, ma il totale dei terreni colpiti potrebbe superare le 200.000 tonnellate. Nonostante gli sforzi, le autorità e gli esperti segnalano che i volontari non dispongono di attrezzature adeguate. Il presidente russo Vladimir Putin ha definito l'evento una "catastrofe ecologica", e i danni all'ambiente sono ancora difficili da quantificare.