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Ironia della sorte: la crisi climatica colpirà proprio gli impianti petroliferi

L'innalzamento del livello del mare travolgerà molti porti strategici

Stefania Divertitodi Stefania Divertito   
Shutterstock

Ironia della sorte: l'innalzamento del livello del mare causato dalla crisi climatica travolgerà molti dei maggiori porti petroliferi del mondo, secondo un'analisi pubblicata da poco e ripresa dal The Guardian.

Gli scienziati hanno affermato che la minaccia è ironica, poiché è proprio la combustione dei combustibili fossili che causa il riscaldamento globale. Secondo gli scienziati, la riduzione delle emissioni attraverso il passaggio alle energie rinnovabili arresterebbe il riscaldamento globale e fornirebbe energia più affidabile.

Secondo l'analisi, tredici dei porti con il maggior traffico di superpetroliere saranno seriamente danneggiati da un solo metro di innalzamento del livello del mare. Secondo i ricercatori, due porti bassi dell'Arabia Saudita - Ras Tanura e Yanbu - sono particolarmente vulnerabili. Entrambi sono gestiti da Aramco, l'azienda petrolifera statale saudita, e il 98% delle esportazioni di petrolio del Paese parte da questi porti. Anche i porti petroliferi di Houston e Galveston negli Stati Uniti, il più grande produttore di petrolio al mondo, sono sulla lista, così come i porti degli Emirati Arabi Uniti, della Cina, di Singapore e dei Paesi Bassi.

L'innalzamento di un metro del mare è inevitabile

Gli ultimi dati scientifici pubblicati dall'International Cryosphere Climate Initiative (ICCI) mostrano che l'innalzamento di 1 metro del livello del mare è ormai inevitabile entro un secolo o poco più e potrebbe arrivare già nel 2070 se le calotte glaciali dovessero collassare e le emissioni non venissero frenate. Un innalzamento ancora più catastrofico di 3 metri è probabilmente inevitabile nel prossimo millennio o due e potrebbe arrivare già all'inizio del 2100.

L'innalzamento del livello del mare sta già causando problemi in tutto il mondo, anche prima di superare gli sviluppi delle coste. L'innalzamento finora si traduce in un aumento delle mareggiate e in una maggiore probabilità di causare inondazioni costiere, mentre l'infiltrazione di acqua salata nei terreni costieri può corrodere le fondamenta, osservano i ricercatori. Una forte riduzione delle emissioni non solo rallenterebbe il tasso di innalzamento del livello del mare, ma limiterebbe anche l'aumento finale. 

Pam Pearson, direttore dell'ICCI, ha dichiarato: “È ironico che questi porti petroliferi si trovino al di sotto di 1 metro di innalzamento del livello del mare e debbano tenere d'occhio questi tassi potenzialmente più elevati di innalzamento del livello del mare, che a loro volta derivano dal continuo utilizzo di combustibili fossili”.

Stefania Divertitodi Stefania Divertito   
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