Italia maglia nera in Europa per i danni da clima. La soluzione non sono le assicurazioni
Nonostante i rischi, però, gli investimenti pubblici per opere a tutela del territorio non sembrano evidenziare progressi significativi. "Vogliamo fare la transizione energetica, ma non accettiamo che qualcuno ci dica dove farla. La Sardegna non sarà la discarica d'Italia"
L'Italia è maglia nera in Europa per impatto dei danni da climate change sui cittadini. Ogni italiano sopporta infatti un peso economico 2,4 volte maggiore rispetto alla media europea, con un impatto di 284 euro per abitante nel 2022, contro i 117 euro pro capite della media europea. In totale nel decennio 2013-2022 in Italia i danni economici causati da eventi meteorologici estremi hanno raggiunto i 50 miliardi di euro, con una media annua di 5 miliardi di euro. È il dato allarmante emerso nel corso della prima giornata della 20/esima edizione della convention 'Energies and Transition Confartigianato High School', organizzata da Confartigianato Imprese Sostenibili, in corso fino a venerdì a Chia (Cagliari).
Pochi investimenti pubblici per la protezione del territorio
Nonostante i rischi, però, gli investimenti pubblici per opere a tutela del territorio non sembrano evidenziare progressi significativi: nel decennio 2009-2019 gli investimenti pubblici per opere a tutela del territorio in rapporto al Pil si sono dimezzati, per tornare a salire dal 2021, anche grazie al sostegno del Pnrr. La spesa di 11,2 miliardi di euro nel 2022 è comunque pressoché pari a quella del 2003 (11,1 miliardi), dunque senza progressi significativi. "Non c'è più tempo da perdere" ha avvertito Marco Granelli, presidente di Confartigianato Imprese, secondo cui "bisogna attuare subito prevenzione idrogeologica che affronti in maniera strutturale le fragilità del territorio italiano in cui sono radicate le nostre imprese". Su questo fronte, Confartigianato 'boccia' l'ipotesi l'obbligo di assicurazione anti-calamità, perché "è un ulteriore costo per gli imprenditori e non risolve il problema a monte".
Ma il tema di cambiamenti climatici va di pari passo con quello della tutela dell'ambiente e la prima giornata dell'evento di Confartigianato è stata l'occasione per avviare il confronto sui temi della transizione energetica e sulle modalità dell'approvvigionamento energetico. "Nel nostro Paese dobbiamo ancora trascinarci la zavorra dei prezzi energetici più alti d'Europa" ha messo ancora in guardia Granelli, chiedendo che "questo peso venga alleggerito", attraverso "politiche sempre più stringenti in materia di sostegno alla produzione da fonti rinnovabili".
"Ci deve essere un paniere ben ampio" di approvvigionamento energetico, ha sottolineato dal canto suo la viceministra all'ambiente Vannia Gava collegandosi all'evento, sottolineando l'importanza della sfida della decarbonizzazione purché "non sia ideologizzata", perché "non possiamo porci obiettivi troppo ambiziosi e poi parte delle aziende non ci viene dietro". A distanza, intanto, è botta e risposta ministero-Regione Sardegna su rinnovabili e nucleare. 'Vogliamo fare la transizione energetica', ma non accettiamo che qualcuno ci dica dove farla" ha detto a margine dell'evento la governatrice Alessandra Todde, rispondendo alle critiche sul ddl regionale che limita le aree idonee alle rinnovabili. Quanto al possibile deposito di scorie nucleari sul territorio, "la Sardegna - ha detto Todde - non sarà la discarica d'Italia, non lo permetteremo".