Il governo pagherà ex militare della Marina vittima di amianto: un risarcimento da 500 mila euro
È una sorte comune a decine di ex militari e finalmente per uno di loro adesso ci sarà giustizia. Nessuno potrà ridare indietro la vita del maresciallo Franesco Abbate, deceduto nel giugno del 2020, ma almeno un tribunale ha riconosciuto la responsabilità per quella morte

Due ministeri condannati in via definitiva a pagare perchè, nel corso degli anni, chi lavorava per loro ha respirato amianto, si è ammalato, ed è deceduto, tra atroci sofferenze, a 75 anni. È una sorte comune a decine di ex militari e finalmente per uno di loro adesso ci sarà giustizia. Nessuno potrà ridare indietro la vita del maresciallo Franesco Abbate, deceduto nel giugno del 2020, ma almeno un tribunale ha riconosciuto la responsabilità per quella morte.
È infatti definitiva la sentenza del Tribunale di Taranto che ha condannato il Ministero della Difesa e il Ministero dell’Interno al riconoscimento dello status di vittima del dovere del M.llo Francesco Abbate, deceduto nel giugno 2020 a causa delle patologie causate dall’esposizione all’amianto e ad altri agenti patogeni in Marina Militare.
Il militare è stato in servizio per 40 anni, prima come allievo motorista navale, poi nel ruolo dei sottoufficiali dei servizi permanenti e successivamente come Maresciallo nel grado di Aiutante con anzianità di grado, con periodi trascorsi anche a bordo nave, in esposizione alla fibra killer e ed altri cancerogeni, che lo hanno condotto alla morte all’età di 75 anni.
Era stata negata la causa di servizio anche dopo la diagnosi di vittima dell'amianto
Già nell’estate del 2017 Abbate si era sottoposto ad esami diagnostici che hanno portato alla luce un quadro clinico complesso, che lo hanno spinto a inoltrare la domanda di riconoscimento di causa di servizio e di status di vittima del dovere, che hanno però ricevuto esito negativo da parte del Ministero. Dopo il decesso della vittima, la Commissione Medico Ospedaliera (CMO) emette un pronunciamento positivo sulle patologie come causa determinante di morte, gli eredi, tuttavia, ricevono dalla Commissione di Verifica del Ministero il rigetto della domanda. Per questo motivo, i figli Antonia e Luigi Abbate, oggi Presidente del Consiglio Comunale di Taranto, si sono rivolti all’Osservatorio Nazionale Amianto, e al suo Presidente, l’Avv. Ezio Bonanni, ricevendo le adeguate tutele legali.
I giudici del Tribunale di Taranto, con una sentenza oggi passata in giudicato, hanno condannato la Difesa e l’Interno al riconoscimento del Maresciallo quale vittima del dovere e l’inserimento del suo nominativo nella graduatoria, con il diritto dei familiari alla speciale elargizione, all’assegno vitalizio a decorrere dalla data della morte del loro caro per un importo complessivo di circa 500mila euro.
«Questa sentenza di condanna non lascia dubbi sulla grave esposizione all’amianto del Maresciallo, ed è schiacciante anche alla luce dell’indagine tecnico peritale del Tribunale di Taranto. Si tratta dell’ennesimo risultato positivo che ci incoraggia ad andare avanti per la tutela dei nostri uomini in divisa», ha commentato Bonanni.