Condannata al carcere a vita, la triste storia della gorilla Bua Noi: da 33 anni prigioniera in una gabbia di un centro commerciale tailandese
Da quando è nata, 33 anni fa, Bua Noi ha visto il mondo soltanto attraverso le sbarre di una gabbia. E con la vita media di un gorilla che si aggira tra i 40 e i 50 anni le prospettive che possa vivere per qualche anno libera si affievoliscono sempre più. Il primate, ospite (o forse sarebbe opportuno dire prigioniera) di una società che gestisce il Pata Zoo nel centro commerciale di Bangkok, è l’ultimo esemplare della Thailandia. La gorilla, che dunque non ha neppure modo di interagire con altri suoi simili, vive all’interno di una gabbia definita dai volontari della Peta “sudicia, fredda e priva di vegetazione”, un ambiente inadatto. La società che si occupa dell’animale avrebbe fatto sapere (poi negando la cosa) di esser disposta a restituirle la libertà, per la “modica” cifra di 30 milioni di baht, equivalenti a poco meno di 800mila euro. A chiedere la liberazione immediata di Bua Noi, oltre alla Peta, anche altre Ong internazionali, e persino la cantante Cher. Una petizione è stata lanciata su Change.org (Save Gorilla Little Lotus), ma i gestori dello zoo non sembrano intenzionati a privarsi della preziosa attrazione.