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Un esercito di vespe samurai contro la cimice asiatica, luce verde dal ministero dell’Ambiente

Contro l’invasore alieno l’unica soluzione attuabile è l’introduzione nelle campagne italiane del naturale antagonista alloctono

di Roberto Zonca   

Il ministero dell’Ambiente ha deciso di dichiarare guerra alla cimice asiatica (Dpr 102/2019 - Pubblicato nella Gazzetta ufficiale del 5 settembre 2019). Per farlo ha dato il proprio consenso all’introduzione nelle campagne italiane della vespa samurai (Trissolcus japonicus), l’antagonista alloctono della Halyomorpha halys che qualche anno fa è stata importata in Italia per motivi di studio. Per l’attuazione del decreto manca soltanto il parere (non vincolante sul regolamento) della Conferenza Stato-Regioni, in programma nei prossimi giorni. Compiuto tale passo il Centro Crea Difesa e Certificazione (Crea-Dc) e i Servizi Fitosanitari regionali potranno coordinarsi per dare il via ufficiale alla fase operativa, liberando piccoli sciami di vespe samurai in specifiche aree.

In base ai risultati che si otterranno il ministero autorizzerà la riproduzione delle popolazioni di vespe. Allo stato attuale non è chiaro quando possa essere avviata l’introduzione nelle campagne italiane del naturale antagonista alloctono della cimice asiatica. L’introduzione delle vespe dovrebbe esser sufficiente a contenere le popolazioni dei nuovi insetti alieni che stanno danneggiando gravemente la produzione agricola italiana. Ai sensi dell'Articolo 2 del Drp 102/2019, si ricorda che "l’immissione in natura delle specie e delle popolazioni non autoctone è vietata”, ma “può essere autorizzata su istanza delle Regioni, delle Province autonome di Trento e Bolzano e degli enti di gestione delle aree protette nazionali, per motivate ragioni di rilevante interesse pubblico, connesse a esigenze ambientali, economiche, sociale e culturali, e comunque in modo che non sia arrecato alcun pregiudizio agli habitat naturali nella loro area di ripartizione naturale né alla fauna e alla flora selvatiche locali”.

Il T. japonicus si sviluppa a spese delle uova delle cimici, e non solo di quella asiatica. La vespa depone le uova all'interno di quelle della cimice e lì si sviluppa fino a diventare adulta. Di fatto impedisce la nascita di nuove cimici. In laboratorio la T. japonicus si è dimostrata in grado di raddoppiare la popolazione ogni 5 giorni, mentre in natura sembra godere di capacità riproduttive limitate (massimo quattro generazioni l'anno). La cimice non supera invece le due generazioni l'anno. “Nessuno pensa di eradicare la cimice asiatica - precisa Pio Federico Roversi, direttore del Crea di Firenze -, non è possibile eradicarla. Ma intendiamo riportare il sistema in equilibrio", così da non rappresentare più una seria minaccia per l'agricoltura.

di Roberto Zonca   
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