Allarme per l’escherichia coli in Emilia Romagna, ma dura solo 24 ore. Di cosa si tratta e come ci si difende
L'allarme dell'escherichia coli nel mare dell'Emilia-Romagna è subito rientrato. Arpae aveva disposto il divieto di balneazione in 28 siti su 98 esaminati. Poi erano rientrati nei limiti in tempi brevissimi sei tratti di costa. Come sono andate le cose e cos’è l’escherichia coli. Quali sono i sintomi e cosa si deve fare per evitarla?
L’allarme subito rientrato sull’inquinamento da escherichia coli nei litorali dell’Emilia Romagna ha destato discussioni e sollevato qualche perplessità, riproponendo comunque la necessità di una riflessione sulla salubrità dei mari italiani, sulla necessità di tenerli sotto controllo e tutelarli. Lascia inoltre aperte molte domande. Dobbiamo preoccuparci per il futuro? Quanto è importante tutelare le acque del nostro Belpaese conciliando questa necessità con le esigenze poste dagli interessi economici? Quali rischi corriamo come cittadini?
"L'allarme dell'escherichia coli nel mare dell'Emilia-Romagna è durato 24 ore - ha fatto notare l'assessora regionale all'Ambiente, Irene Priolo, in una conferenza stampa sul tema, sottolineando la brevità del fenomeno - Sono episodi molto sporadici e legati a una coincidenza di fattori che più andiamo avanti con la stagione estiva e più è difficile che si ripresentino". Per il futuro "non sarei assolutamente preoccupata", ha aggiunto l'esponente della giunta. Anche se "episodi come questi non possiamo escludere in maniera assoluta che non si ripetano".
Ma di cosa si sta parlando?
L’Escherichia coli è un batterio. Fa parte integrante del microbiota intestinale dell’uomo e di altri animali. Nonostante la maggior parte dei ceppi siano innocui, alcuni determinano malattie intestinali di varia gravità, con dolore addominale, vomito, diarrea con sangue, oppure extra-intestinali, come ad esempio infezioni urinarie, peritonite, setticemia, polmonite e perfino meningite. L’infezione può provenire da acqua o cibo contaminati, soprattutto da alimenti come frutta e verdura, specie consumati crudi, ma anche da latte non pastorizzato e carne non cotta. L’infezione può avvenire inoltre tramite il contatto da persona a persona. Può risultare pericolosa soprattutto per i bambini piccoli e gli anziani, che possono sviluppare qualche insufficienza renale pericolosa. La cottura dei cibi permette di neutralizzarla.
I principali sintomi sono diarrea (anche con sangue) crampi addominali, nausea e vomito. Per non incorrere nell’infezione si consiglia di evitare cibi a rischio come carne poco cotta e latte non pastorizzato, lavare accuratamente gli alimenti crudi e gli utensili da cucina con acqua calda e sapone prima e dopo il contatto con prodotti e carne cruda, lavarsi accuratamente le mani prima di cucinare, dopo essere stati alla toilette o aver toccato animali.
Ma cosa è successo in Emilia Romagna?
Alcuni giorni fa, essendo stati rilevati in mare livelli del batterio di escherichia coli oltre i limiti - come riporta Adnkronos – Arpae aveva disposto il divieto di balneazione in 28 siti su 98 esaminati. Poi erano rientrati nei limiti in tempi brevissimi sei tratti di costa. Davanti alla preoccupante situazione e in piena stagione turistica, alcuni enti si erano subito mossi autonomamente. Il Comune di Rimini aveva fatto sapere che accertamenti fatti da un laboratorio esterno per conto del Comune, avevano appurato che non c'era alcun superamento dei limiti di escherichia coli rispetto a quanto invece riscontrato da Arpae. Dunque “acque perfettamente idonee alla balneazione".
Una nota - si legge su Ansa - spiegava che "il Comune ha voluto eseguire un campionamento autonomo per verificare con un doppio controllo lo stato di salute del proprio mare, vista e considerata l'eccezionale condizione climatica e siccitosa di questa stagione estiva con possibili inediti effetti sull'habitat naturale". Secondo l'Agenzia regionale per l'ambiente l'anomalia dei dati non ha spiegazioni, se non "nell'insieme di eccezionali condizioni meteorologiche che, sommandosi, possono aver avuto un effetto particolarmente impattante sulla composizione delle acque marine". In sostanza "temperatura dell’acqua molto elevata da molte settimane con valori oscillanti intorno ai 30°, prolungata assenza di ventilazione, scarso ricambio delle acque, mancata diluizione delle immissioni nei corsi d’acqua che arrivano a mare per la forte siccità". Le stesse condizioni - si legge - che avrebbero favorito il proliferare di una microalga, la Fibrocapsa japonica, la cui fioritura porta l'acqua a diventare color ruggine, ma che è innocua per i bagnanti. Può succedere, insomma, e il fenomeno può venir meno in tempi molto celeri.
E' il direttore Arpae Giuseppe Bertone a fornire una puntuale spiegazione in una intervista sul Corriere della Sera. "Se vediamo le statistiche di una serie di anni - afferma - il tempo di rientro rispetto ai superamenti dei limiti di Escherichia coli è nell’ambito delle 24 ore, proprio perché si tratta di eventi puntuali nel tempo e nello spazio che si evolvono con velocità. Nella straordinarietà, la tempistica di comparsa e di ritiro è assolutamente ordinaria, tant’è che lavoriamo per adeguare il nostro sistema di monitoraggio alla velocità del fenomeno".
Bonaccini: “E' tutto sicuro, venite da noi”
Dunque problema risolto e superato, "si può fare il bagno, si può venire tranquillamente qui. Noi siamo un ente serio, rigoroso, che fa i controlli proprio a tutela della salute, dei bagnanti, delle persone - afferma il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini a margine di una conferenza stampa a Rimini - La prima rassicurazione è che in 24 ore è rientrato l'allarme". Ribadisce poi che la causa più probabile è un mix di condizioni metereologiche eccezionali, e in primo luogo "il luglio più caldo registrato in questa regione da dieci anni".
Il sindaco di Rimini: “Un mare continuamente monitorato”
Interviene anche il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad. "Ancora una volta - dichiara - dimostriamo di essere trasparenti, di avere un mare continuamente monitorato. Non so se è così dappertutto, in giro per l'Italia o in Europa. Qui siamo costantemente attenti alla qualità del nostro mare. Abbiamo fatto investimenti importanti in questi ultimi anni, chiuso molti sfioratori a mare - aggiunge - Stiamo lavorando fianco a fianco con la Regione per dare delle risposte e per approfondire questo fenomeno".
Batteri in mare: i rilievi testimoniano l’interesse alla salute
"Oggi è una bella giornata, si torna alla normalità", commenta l'assessore al Turismo della Regione Andrea Corsini in conferenza stampa. Gli sforamenti dei parametri "sono notizie che vanno ovviamente date", nonostante "l'allarme che creano - aggiunge - Ciò estimonia come noi monitoriamo costantemente la qualità delle acque a tutela dei nostri turisti, dei nostri operatori".
I Comuni: evitare che succeda di nuovo
"Il sistema di controllo e di monitoraggio dell'acqua del mare, nella nostra Regione, è tra i più puntuali e trasparenti d'Italia. Forse il più puntuale e trasparente, rendicontando pubblicamente ogni giorno e attraverso canali pubblici l'evoluzione della situazione lungo il tratto costiero da Lidi di Comacchio a Cattolica. Questo sistema è la migliore garanzia per i residenti e i turisti circa la costante qualità del mare, le cui 97 acque sono ufficialmente classificate 'eccellenti' in 91 casi e 'buone' in 6", mettono in evidenza in una nota congiunta - scrivono le agenzie - i Comuni di Rimini, Riccione, Bellaria-Igea Marina, Cattolica e Misano Adriatico dove, dopo i campionamenti di Arpae del 26 luglio, c'erano stati stop temporanei alla balneazione per presenza di batteri, divieti revocati per il rientro dei dati nei limiti. "Stiamo dunque parlando - proseguono - di un mare pulito, eccellente, controllato nel suo stato di salute passo dopo passo. Un metodo che fa scuola in Italia e non solo in Italia. Un vanto per l'Emilia-Romagna e per tutti i Comuni della sua costa".
Durante la riunione operativa - concludono - non sono emersi elementi certi circa i motivi dello sforamento dei parametri normativi" in grado "di risolvere i dubbi del caso accaduto in assenza di qualunque causa endogena o esogena nota finora". Su questo Regione, Arpae e Ausl "devono approfondire scientificamente i fatti per individuare un'ipotesi in grado di evitare per il futuro che accadano eventi improvvisi come questo. E approfondire significa anche ripercorrere con attenzione l'intera filiera che dal prelievo in mare porta il campione in laboratorio, senza escludere a priori alcuna ipotesi".
Ecco, speriamo che tale approfondimento venga fatto e che ciò serva a comprendere meglio come garantire la tutela delle acque per il futuro. Un auspicio che vale non solo per l'Emilia Romagna. E' auspicabile che il superamento dei limiti previsti dalle norme - che servono ad assicurare la salubrità delle acque del mare - non si verifichi mai o, nella malaugurata ipotesi, vengano adottati immediatamente i provvedimenti del caso per tutelare la salute delle persone, senza freni di sorta. I cittadini italiani e i tanti turisti che amano le nostre coste hanno bisogno di sapere che possono fare il bagno tranquilli.