L'ultimo lago siciliano sta sparendo e gli scaffali dei supermercati si svuotano. Ecco qual è il legame
Del lago Pergusa resta molto poco. Allarme anche per gli uccelli migratori
Per lungo tempo è stato un punto di riferimento per gli uccelli migratori tra l'Africa e l'Europa. Ma adesso sta scomparendo. Una grave siccità in Sicilia ha quasi prosciugato il lago Pergusa, l'unico lago naturale dell'isola. La Sicilia ha sofferto mesi di precipitazioni inferiori alla media, e il governo che ha dichiarato lo stato di emergenza a causa della crisi, che ha devastato i raccolti e seccato i pascoli. Secondo gli scienziati il lago Pergusa, parte di una riserva naturale vicino Enna, si è ridotto drasticamente a causa di un mix letale di clima caldo e scarse piogge. "Il lago non c'è più. La parte d'acqua che era visibile è completamente scomparsa, a parte questa pozzanghera", ha spiegato Giuseppe Maria Amato, di Legambiente.
Siccità pericolo numero uno in Europa
La Sicilia è da tempo alle prese con le alte temperature legate ai cambiamenti climatici, stabilendo un record europeo di calore nel 2021 di 48,8 gradi Celsius, e in diverse città si è dovuto introdurre il razionamento dell'acqua. Negli ultimi anni le crisi di siccità hanno colpito altre parti d'Europa, tra cui Francia e Spagna, in particolare nell'area del Mediterraneo, dove la temperatura media ora è di 1,5°C più alta rispetto a 150 anni fa. "Il lago Pergusa è un indicatore di ciò che la Sicilia sta soffrendo a causa del cambiamento climatico", ha spiegato Amato, aggiungendo che la mancanza di manutenzione e un sistema fognario inadeguato stanno peggiorando l'emergenza. La superficie del lago normalmente copre 1,8 km quadrati e non ha fiumi che vi scorrono dentro o fuori. Il lago siciliano compare nell'opera "Le Metamorfosi" del poeta Ovidio, dove viene descritto come luogo di bellezza e "di eterna primavera".
Il giugno più caldo di sempre
Il giugno più caldo di sempre sul pianeta ha contribuito ad aggravare la siccità al Sud Italia, dove si fa sempre più drammatica la strage di raccolti con le produzioni che in molte aree sono state addirittura azzerate, mentre nelle stalle è lotta contro il tempo per reperire il foraggio e l'acqua necessari a salvare gli animali. L'allarme è lanciato dalla Coldiretti in merito ai nuovi dati dell'Osservatorio europeo Copernicus, secondo i quali il giugno 2024 è stato il tredicesimo mese consecutivo a stabilire un record con una temperatura media più alta.
Animali senza cibo e acqua
L'emergenza resta grave in Sicilia, con gli animali rimasti senza cibo e acqua e i campi arsi dalla mancanza di pioggia. Molte aziende hanno addirittura rinunciato a raccogliere il grano - sottolinea Coldiretti -, mentre in alcune zone la produzione è stata letteralmente azzerata, con un crollo medio comunque superiore al 50 per cento del raccolto. Ma l'assenza di pioggia sta colpendo anche gli alberi da frutto e minaccia vigne e uliveti. Ad aggravare gli effetti della siccità anche l'incapacità a investire su un sistema infrastrutturale capace di non far disperdere l'acqua e in grado di garantire alle aziende la sopravvivenza. Su richiesta di Coldiretti la Regione ha emesso dei voucher per consentire agli allevatori di acquistare il foraggio necessario all'alimentazione degli animali, ma l'acqua resta un'emergenza, con bollette a cifre astronomiche mentre le greggi sono costrette a bere nel fango dei pochi invasi che non sono stati completamente prosciugati dalla siccità. Nel Dl Agricoltura approvato dal Senato sono stati inseriti 15 milioni di euro per consentire alle imprese agricole che in Sicilia hanno subito danni alle produzioni a causa di fenomeni siccitosi e che non hanno beneficiato di risarcimenti derivanti da polizze assicurative o da fondi mutualistici, di accedere agli interventi del Fondo di solidarietà nazionale previsti per favorire la ripresa dell'attività economica e produttiva.
Scaffali vuoti nei supermercati
Anche in Puglia si registrano raccolti dimezzati che rischiano di svuotare gli scaffali, dalle ciliegie al grano, dal miele fino alle olive. Per la siccità e le temperature ben al di sopra della norma sin dall'inverno ne hanno fatto già le spese le clementine che sono finite al macero, compromesse dalla mancanza di acqua che ne ha inibito l'accrescimento, ma anche la produzione di grano per fare pane e pasta risulta dimezzata per effetto della prolungata siccità che ha stretto tutta la regione in una morsa per mesi causando il taglio delle rese. La crisi idrica ha determinato un calo drastico di foraggio verde nei pascoli con l'aggravio dei costi per l'acquisto di mangimi per garantire l'alimentazione degli animali nelle stalle, ma anche gli apicoltori hanno dovuto dire addio ad oltre un vasetto di miele su due con le api stremate per le fioriture azzerate, con il 60 per cento in meno di raccolta. Ma a preoccupare sono le previsioni della prossima campagna di raccolta delle olive, dove si stima un crollo del 50 per cento rispetto all'anno scorso, con effetti altrettanto gravi sulla produzione di olio extravergine.
In Basilicata, nella provincia di Potenza, i danni alle coltivazioni di cereali, a partire dal grano, arrivano fino al 90 per cento, così come per le foraggere e le leguminose, secondo l'analisi della Coldiretti. Molti coltivatori hanno preso la sofferta decisione di non trebbiare perché si sarebbero generati solo costi aggiuntivi. In sofferenza anche gli allevamenti. È allarme soprattutto nella pianura metapontina dove si concentrano i tre quarti della produzione ortofrutticola regionale, grazie al lavoro di oltre cinquemila imprese. Gli invasi presenti potrebbero accumulare tanta risorsa idrica se solo fossero completati i lavori di ristrutturazione degli stessi programmati e finanziati da qualche tempo sia dal Governo nazionale che dalla Regione. In Sardegna l'acqua nelle campagne è razionata e per abbeverare gli animali nelle stalle sono costrette a intervenire le autobotti, mentre i costi dei foraggi sono andati alle stelle considerata l'ormai scarsissima disponibilità. I problemi maggiori si registrano sugli ortaggi e sugli alberi da frutto mentre è scattata l'allerta anche nelle vigne soprattutto nelle zone non servite da impianti di irrigazione.