Una tassa per l'"aria" emessa dagli animali negli allevamenti. L'ultima novità contro il cambiamento climatico
Il 12% delle emissioni globali provengono dall'allevamento. Questa tassa potrebbe aiutare a combattere il surriscaldamento del Pianeta
Ogni mucca o maiale emettono ga, e chi li alleva devono pagare per l'inquinamento che, globalmente, contribuisce al 12% delle emissioni nocive per il Pianeta. Una scelta applaudita dagli ambientalisti e dal mondo scientifico, meno dagli agricoltori.
Accade in Danimarca dove per ogni mucca o maiale posseduto gli allevatori di bestiame dovranno pagare una nuova tassa annuale di 672 corone, poco meno di 90 euro. La misura è stata decisa per compensare le emissioni da allevamento che contribuiscono in misura determinante al riscaldamento globale.
È la prima tassa mondiale sulle emissioni di carbonio nel settore agricolo, che imporrà nuove imposte sul bestiame a partire dal 2030. L'allevamento del bestiame rappresenta circa il 12% delle emissioni globali, secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura. La maggiorparte di queste emissioni proviene dal metano, un potente gas serra prodotto dai rutti, dalle flatulenze e dal letame delle mucche. Ad esempio, nel caso delle mucche da latte danesi queste, in media, emettono 5,6 tonnellate di CO2 all’anno.
Transizione verde nell'agricoltura
La Danimarca è un grande esportatore di prodotti lattiero-caseari e di carne suina e nel Paese è proprio l’agricoltura il settore che rappresenta la principale fonte di emissioni. Come riporta la Cnn, il nuovo accordo, oltre alla tassazione, prevede anche un investimento di 40 miliardi di corone - che equivalgono a circa 3,5 miliardi di euro- in iniziative come la riforestazione e la creazione di zone umide, così da raggiungere gli obiettivi climatici nazionali. Il governo danese ha precisato che i proventi della tassa sulle mucche saranno utilizzati per sostenere la transizione verde del settore agricolo.
"Esperimento inquietante"
L'accordo è stato accolto positivamente dall’industria lattiero-casearia danese ma ha mandato su tutte le furie gli agricoltori che da mesi portano avanti le proteste in tutta Europa contro la regolamentazione ambientale e l’eccessiva burocrazia. «Si tratta di un esperimento inquietante», hanno dichiarato alla Cnn gli agricoltori danesi dell’associazione Bæredygtigt Landbrug. Come si legge in una nota del presidente Peter Kiær: «Riconosciamo che esiste un problema climatico, ma non crediamo che questo accordo possa risolverlo. Metterà solo i bastoni tra le ruote agli investimenti verdi. dell’agricoltura». La legge dovrà essere approvata ora anche dal parlamento danese ma il disegno di legge gode di un ampio consenso. Una legge simile sarebbe dovuta entrare in vigore nel 2025 in Nuova Zelanda, ma mercoledì è stata bloccata dopo pesanti critiche da parte di agricoltori e allevatori.