Via alla Conferenza Onu sul clima in Egitto per salvare il Pianeta: Greta però non ci sarà, ecco perché
E’ prevista la partecipazione di 40.000 delegati da tutto il mondo e sono in programma numerosi eventi, organizzati dai governi e dagli osservatori accreditati. La Thunberg ha detto di non voler partecipare al Cop27 per protesta verso chi propone solo politiche di greenwashing.
In questi primi giorni di novembre 2022, a Sharm el-Sheikh, in Egitto, si tiene la Cop27, la Conferenza annuale dell'Onu sul clima. E’ prevista la partecipazione di 40mila delegati da tutto il mondo e sono in programma numerosi eventi, con la partecipazione di governi e osservatori accreditati. Inoltre più di 22mila metri quadrati saranno a disposizione della comunità del business, dei giovani, della società civile, degli accademici e degli artisti provenienti da ogni angolo del mondo. Ci saranno eventi, esibizioni, laboratori, performance culturali e occasioni di confronto. Un certo scalpore ha creato però l’annuncio della decisione di Greta Thunberg di non partecipare al Cop27 per protesta verso chi propone solo politiche di greenwashing, ovvero un ecologismo di facciata. E poi c’è la questione relativa a certe politiche dell’Egitto verso il dissenso interno.
Il vertice e il programma
In ogni caso, lunedì 7 e martedì 8 novembre si terrà il vertice dei capi di stato e di governo, il "Summit di attuazione per il clima". E non mancherà la premier italiana Giorgia Meloni, ad una delle prime uscite internazionali nella veste di presidente del Consiglio. Sei – come riportano le agenzie - gli argomenti chiave: Transizione giusta, Sicurezza alimentare, Finanza innovativa per il clima e lo sviluppo, Investire sul futuro dell'energia, Sicurezza idrica, Cambiamento climatico e sostenibilità delle comunità vulnerabili. Mercoledì 9 novembre invece sarà il giorno della Finanza, giovedì 10 della Scienza e dei Giovani, venerdì 11 della Decarbonizzazione, sabato 12 dell'Adattamento e dell'Agricoltura, lunedì 14 del Genere e dell'Acqua, martedì 15 della Società civile e dell'Energia, mercoledì 16 della Biodiversità, giovedì 17 delle Soluzioni. Venerdì 18 la conferenza si concluderà con la trattativa fra i paesi e il documento finale.
Ci sarà anche Sunak
Alla fine è stata annunciata anche la presenza di Rishi Sunak, nuovo premier britannico, che in un primo momento aveva annunciato di non volerci andare. Il nuovo inquilino di Downing Street ha evidentemente cambiato idea. Forse per una maggior riflessione personale, o forse per le critiche pungenti giunte da più parti. Fatto sta che il successore di Liz Truss e di Boris Johnson ha corretto il tiro con un messaggio diffuso su Twitter.
Gli ennesimi allarmanti rapporti
Questo proprio nel giorno in cui a Ginevra veniva pubblicato un altro rapporto allarmante, l’ennesimo, redatto stavolta dall'Organizzazione meteorologica mondiale (Omm). Vi si fa presente come le temperature nel Vecchio Continente siano aumentate nell’ultimo trentennio di oltre il doppio rispetto alla media mondiale.
Allo stesso modo l’Onu, con la sua organizzazione Scienza, Educazione e Cultura, mette in risalto come un terzo dei ghiacciai iscritti nel patrimonio mondiale dell'Unesco scomparirà (purtroppo, ndr) entro il 2050, "qualunque sia lo scenario climatico". Da qui l’appello a "ridurre rapidamente le emissioni di Co2" per salvare i due terzi restanti. Lo studio riguarda 18.600 ghiacciai per un totale di 66mila km2 ripartiti su 50 siti del patrimonio mondiale dell'Unesco, equivalenti al 10 per cento della superficie glaciale della terra.
Anche per questo l’inversione di marcia del premier britannico appare quanto mai opportuna. “Non c'è prosperità a lungo termine - ha affermato Sunak – senza azione sui cambiamenti climatici. Non c'è sicurezza energetica senza investimenti nelle fonti rinnovabili: ecco perché parteciperò alla Cop27 la prossima settimana, per portare avanti l'eredità di Glasgow nel costruire un futuro sicuro e sostenibile".
Il sostegno finanziario
Alla Cop27 organizzata in casa, la presidenza egiziana punta a "ricostruire il grande scambio al centro dell'Accordo di Parigi", dove "i paesi in via di sviluppo accettarono di aumentare i loro sforzi per affrontare una crisi della quale erano di gran lunga i meno responsabili, in cambio di un sostegno finanziario appropriato".
Il presidente della Cop27, il ministro degli Esteri egiziano Shoukry – si legge sull’Ansa - precisa che "i rapporti di Unfccc, Ipcc, Unep suonano l'allarme sui crescenti gap sulla mitigazione, su una finestra di opportunità per l'adattamento che si sta rapidamente chiudendo, e su perdite e danni ricorrenti e sempre più gravi".
Ma non sono certo rose e fiori. L’Ocse, l’Oxfam e altri puntano il dito sulla "insufficienza della finanza climatica e gli impegni non mantenuti". Ad avviso del ministro egiziano "se i risultati dell'anno scorso di G7 e G20 hanno fornito elementi e slancio apprezzabili alla Cop26, quest'anno il quadro è meno incoraggiante. Mentre il G7 è stato ambizioso, il G20 dell'ambiente ha mostrato di essere problematico e non ha potuto raggiungere un risultato sull'ambiente". E anche Fmi e Banca mondiale non hanno conseguito "accordi concreti per maggiori flussi finanziari e accesso facilitato ai paesi in via di sviluppo". Cose che rallentano processi fondamentali come la decarbonizzazione.
Qualcosa tuttavia si starebbe muovendo, se è vero che "i Paesi stanno cominciano a piegare verso il basso la curva delle emissioni globali di gas serra". Da tale punto di vista "la Cop27 crea un'opportunità unica per il mondo di riunirsi, riparare il multilateralismo, ricostruire la fiducia e unirsi al livello politico più alto per affrontare il cambiamento climatico".
Greta non ci sarà
Ha destato tuttavia una certa sorpresa – come si accennava in precedenza - la decisione di Greta Thunberg di evitare la partecipazione alla manifestazione. “Non andrò alla Cop27 per molte ragioni, anche perché lo spazio per la società civile è estremamente limitato”, ha detto la militante ambientalista. L’attivista ha parlato di una “conferenza che sarà un’occasione per i leader e per tutti i potenti per attirare attenzione, proponendo solo politiche di greenwashing“. Greta ha ribadito la posizione sulla necessità di combattere davvero il cambiamento climatico espressa in altre occasioni. “I politici non vogliono cambiare davvero il sistema”, ha precisato.
Ma la sua decisione viene giustificata anche con la necessità di dare solidarietà a tutti "i detenuti in Egitto per motivi politici o legati all’orientamento sessuale e al credo religioso”.