Calo drastico delle temperature e aumento dell'estensione dei ghiacci polari: il mondo non sarà più lo stesso

La previsione degli scienziati porterà l'umanità ad affrontare sfide complesse

Calo drastico delle temperature e aumento dell'estensione dei ghiacci polari: il mondo non sarà più lo stesso
TiscaliNews

Se avete visto il film The Day After Tomorrow (L'alba del giorno dopo) sappiate che ciò che ha partorito la mente del regista Roland Emmerich potrebbe non esser soltanto una storia cinematografica, ma una drammatica realtà che potrebbe travolgere l’intero Pianeta nei prossimi anni. Lo scienziato Peter Ditlevsen ha condotto una serie di calcoli e stabilito che, come nel famosissimo disaster movie, la Corrente del Golfo è destinata a fermarsi, e lo farà molto presto, scatenando eventi catastrofici simili a quelli descritti con immagini impressionanti nella pellicola del 2004. Lo studio, i cui risultati sono stati pubblicati sulle pagine di Nature Communications, ipotizza il blocco della Corrente del Golfo entro la fine del secolo. Benché non vi siano al momento indicazioni più precise il ricercatore indica genericamente un momento compreso tra il 2025 e il 2095. L’arresto della Corrente del Golfo causerà un drastico calo delle temperature e un contestuale aumento dell'estensione dei ghiacci polari. 

A pagare saranno principalmente l’Europa, come anche buona parte dei Paesi che si affacciano sull’Atlantico. La Corrente del Golfo, infatti, è un complesso sistema di circolazione delle acque oceaniche responsabile del clima di tantissimi Paesi. Nel caso in cui la previsione dovesse concretizzarsi, gran parte dell'emisfero boreale subirebbe un tracollo delle temperature che Ditlevsen stima nell’ordine di 10/15 gradi. I Paesi ricchi del mondo perderebbero gran parte della capacità produttiva, in primis quella agricola, con conseguenze economiche inimmaginabili. Come nel film, inoltre, la mancata circolazione dell'acqua verso il Polo Nord, provocherebbe un rapidissimo innalzamento dei livelli del mare. Le città sulla costa orientale degli Stati Uniti finirebbero sott’acqua, e la stessa cosa potrebbe accadere a molte città europee.

Il fenomeno, evidenziano i dati in mano agli esperti climatologi, è ciclico. L’ultima volta risale a 115 mila anni fa, in concomitanza con l’Era Glaciale. Negli anni scorsi altri ricercatori avevano trovato delle prove che ora supportano la tesi di catastrofica di Ditlevsen. 

Niklas Boers, nel 2021, condusse uno studio per valutare lo stato di salute della Corrente del Golfo. Scoprì che, a causa del riscaldamento globale, la corrente risultava sempre più lenta. L’aumento delle temperature sta infatti causando lo scioglimento della calotta polare. L’acqua dolce, che finisce nell’Oceano, abbassa la salinità dello stesso rallentando così la velocità delle correnti. Allo stato attuale la velocità della Corrente del Golfo si trova al punto più basso degli ultimi 1600 anni. Come spesso accade in questi casi la comunità scientifica si è spaccata. C’è chi dà ragione al ricercatore e chi, più semplicemente, sostiene che i dati non consentono di creare un modello previsionale affidabile capace di chiarire cosa accadrà nei prossimi anni.