Ambientalisti, dal Ponte sullo Stretto impatti gravissimi e irreversibili: "Non stimato l'effetto cumulo"
Gli esperti delle Associazioni evidenziano "la totale assenza di una valutazione della somma che i vari impatti connessi alla realizzazione dell'opera producono"

Le Associazioni ambientaliste demoliscono il Ponte sullo Stretto, fortemente voluto dal vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini. "Rimane un progetto dall'impatto ambientale gravissimo e irreversibile, non compensabile né mitigabile", mettono nero su bianco Italia Nostra, Kyoto Club, Legambiente, Lipu, Man e Wwf Italia, insieme alla 'Società dei Territorialisti' ai 'Medici per l'Ambiente - Isde' e ai Comitati 'Invece del Ponte e 'No Ponte - Capo Peloro' nelle "nuove Osservazioni", presentate alla Commissione Via del ministero dell'Ambiente. E lo fanno "contestando nel metodo e nel merito" le integrazioni depositate dalla Stretto di Messina un mese fa in risposta alle richieste della Commissione stessa.
Il lavoro degli esperti delle associazioni
In un corposo testo di oltre 600 pagine, elaborato da 39 tecnici ed esperti per conto delle Associazioni, si sottolinea che il lavoro di analisi prodotto dalla Stretto di Messina contiene un "errore eccezionalmente grave", ovvero, "la totale assenza di una valutazione della somma che i vari impatti connessi alla realizzazione dell'opera producono". L'assenza del cosiddetto "effetto cumulo" rappresenta "una palese violazione della normativa vigente, sia comunitaria che nazionale", denunciano.
Un "progetto ideologico"
Inoltre, essendo il Ponte un "progetto ideologico", voluto politicamente, indipendentemente dalla sua utilità e realizzabilità, l'altra "palese violazione" è relativa alla cosiddetta "opzione zero" che "non viene analizzata correttamente", in particolare nel rapporto costi, non solo economici, ma anche ambientali, e benefici tra fare o non fare l'opera, spiegano ancora le Associazioni, specificando che dal punto di vista economico, il Ponte rappresenta "un buco nero nei bilanci pubblici".
Il vicepremier non ci sta
Il vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture però non ci sta e, prendendo la parola, ad un evento organizzato dalla Camera di Commercio Americana in Italia, tuona: "Solo l'Italia vede la politica dividersi sulle infrastrutture, il dibattito sul sì o no al ponte è un delirio esclusivamente italiano. Il ponte è sovranista, il ponte è fascista, è il ponte di Salvini", dice. "Mi fa piacere che dall'estero siano più sereni, obiettivi, curiosi e che guardino all'Italia come un modello", aggiunge Salvini, auspicando che "sia un milanese a posare la prima pietra dei lavori" per il Ponte sullo Stretto "perché tutte le imprese italiane, in primis quelle lombarde, si avvantaggeranno dai lavori per questa infrastruttura". L'obiettivo è "arrivare al 2032 per arrivare a vedere il compimento delle grandi opere", conclude il ministro.
Tra gli altri punti evidenziati nelle Osservazioni, la presenza di "faglie sismiche attive e capaci nell'area interessata dall'opera", quindi il "pesantissimo impatto sulla ricchissima biodiversità dell'area, in special modo sull'avifauna". Le Associazioni ambientaliste e i Comitati ritengono pertanto che la Commissione non potrà che chiudere il procedimento Via in corso "con parere negativo".
La Commissione dovrebbe esprimersi entro metà novembre per poi trasmettere il suo parere alla Conferenza dei servizi, che a sua volta chiuderà i lavori e presenterà al Cipess tutto il materiale raccolto. Il dl Infrastrutture fissa al 31 dicembre la scadenza per la decisione del Cipess sul progetto definitivo del Ponte sullo Stretto. (ANSA).