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Altro che Accordo di Parigi, i dati reali spaventano

Ma possiamo ancora agire per ridurre le emissioni globali e con costi accessibili

di Tiscali Ambiente   
Shutterstock

Con le attuali politiche il mondo si avvia verso un aumento delle temperature di 3,1 gradi prima della fine del secolo. Significa che i bambini che oggi sono alle elementari, nell'arco della loro vita vedranno le peggiori conseguenze del cambiamento climatico. Anche accelerando sulle riforme si riuscirà a contenere il riscaldamento globale solo entro i 2,6 gradi, cioè ben al di sopra della soglia degli 1,5 gradi fissati nel 2015 dall'Accordo di Parigi. Ma è necessario agire.

Clima, occhi puntati sulla Cop29 di Baku

È quanto emerge dall'Emission Gap Report 2024, pubblicato dall'Unep, Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente, in vista del summit Cop29che si terrà a novembre in Azerbaijan. Negli ultimi anni sono stati compiuti pochi progressi, sottolineano gli esperti. Basti pensare che nel 2023 la quantità di gas serra rilasciati nell'atmosfera ha registrato un aumento record dell'1,3% a 57,1 miliardi di tonnellate metriche. Per limitare l'aumento delle temperature a 1,5 gradi dall'era preindustriale, secondo Unep, i Paesi devono invertire rotta e presentare ai prossimi vertici sul Clima piani per ridurre le loro emissioni del 42% entro la fine del decennio (o del 28% per rimanere entro i 2 gradi) e del 57% entro il 2035, rispetto ai livelli del 2019. La maggiore responsabilità, in questo senso, sono degli Stati del G20, alla quale è attribuibile circa il 77% delle emissioni globali. Tra questi, sottolinea il Programma Onu, sette membri - come Cina e India - devono ancora raggiungere il picco delle loro emissioni.

"Il costo della tranzisione ecologica è accessibile"

Il costo della transizione energetica ed ecologica, secondo l'Emission gap report dell'Unep, è relativamente accessibile. I finanziamenti per la mitigazione degli effetti estremi della crisi ecologica, devono essere però concentrati sui Paesi in via di sviluppo. A livello globale, devono poi salire a una quota compresa tra i 900 e i 2.100 miliardi di dollari all'anno, circa l'1% della produzione economica mondiale totale, per raggiungere lo zero netto entro il 2050. L'Unep sottolinea però anche che i Paesi del mondo hanno fatto alcuni progressi.

C'è il 70% di possibilità che le emissioni globali diminuiscano quest'anno - il che significa che il picco è stato raggiunto nel 2023 -, se proseguirà l'attuale crescita delle tecnologie pulite e se si riuscirà a ridurre la liberazione nell'atmosfera di gas serra, come il metano. Segnali incoraggianti arrivano infatti dai singoli Paesi, la Cina ha già tagliato la sua produzione di CO2 dell'1% nel secondo trimestre di quest'anno, il che significa che potrebbe essere vicina al picco di emissioni.

Clima, "Obiettivo Parigi tecnicamente possibile"

Per questa ragione, secondo gli esperti, l'obiettivo contenere il riscaldamento globale entro gli 1,5°C per il 2100 rimane “tecnicamente possibile”. Tuttavia, anche con politiche severe, le probabilità di centrarlo arrivano al 23%. Ad alimentare l'incertezza ci sono però diversi fattori. L'obiettivo di triplicare la capacità di energia rinnovabile entro la fine del decennio, fissato nella Cop28, è a rischio a causa del ritardo nella diffusione dell'energia eolica. Anche il futuro della politica climatica degli Stati Uniti, il maggiore Paese produttore di gas serra, a livello storico,- rimane incerto, con la prospettiva di una vittoria elettorale di Donald Trump a novembre.

di Tiscali Ambiente   
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