È allarme per la diffusione di misteriosi ragni giganti, possibili effetti sugli ecosistemi: cosa dicono gli entomologi
I nuovi ragni, dalle ragguardevoli dimensioni e dai colori sgargianti, tessono enormi ragnatele su case, tettoie, alberi e linee elettriche. Si chiamano Jorō ma di loro si sa ancora troppo poco per considerarli una minaccia
Negli Stati Uniti c’è preoccupazione per una nuova specie di ragno gigante che sta letteralmente invadendo il Paese. La misteriosa specie aliena sembra aver già conquistato l’attenzione dei media, che con titoli allarmistici crea un senso di agitazione nella popolazione, ma anche quella degli entomologi che, pur ammettendo di non avere informazioni sulla specie, invitano alla calma. I ragni Jorō sono caratterizzati, oltre che dalle dimensioni ragguardevoli, sono caratterizzate dalle strisce verdi e bluastre che attraversano lo spesso addome giallo dell'animale. David Coyle, assistente professore presso il Dipartimento di silvicoltura e conservazione ambientale della Clemson University, segue da qualche anno il fenomeno, segnalato per la prima volta nel 2014. Era il 2020 quando anche lui si accorse dell’insolito ragno nel giardino di casa. Esplorando l’area ne trovò anche un secondo, ai margini della proprietà, poi un altro ancora: “All’improvviso mi resi conto che erano dappertutto”, racconta.
Molto clamore sui media, ma mancano informazioni
Coyle, esperto di specie invasive, aveva già sentito parlare dell’arrivo dei Jorō negli Usa, ma prima di quell’anno non ne aveva mai visto uno. Improvvisamente la specie ha colonizzato Georgia, Tennessee, Alabama, Carolina del Nord e Carolina del Sud, Maryland e persino West Virginia. La specie conquistò le prime pagine dei giornali quando alcuni entomologi hanno scoperto che gli Jorō possono sopravvivere anche alle basse temperature. La notizia, a quel punto, divenne virale. Molti quotidiani, più o meno importanti, cominciarono a lanciare dei veri e propri allarmi. Ma per Coyle il clamore era eccessivo, e così ha deciso di dire la propria con altri quattro scienziati, con un approfondimento sulle pagine di Biological Invasions, una rivista dedicata alla gestione delle specie invasive.
Ragnatele di oltre 3 metri di diametro
“Sono un fenomeno mediatico - evidenzia l’esperto della Clemson University -. Ma li conosciamo poco. Sappiamo cosa sono, dove sono e sappiamo che le popolazioni stanno aumentando in modo esponenziale. Ma non abbiamo idea degli impatti”. I ragni Jorō appartengono all’enorme famiglia degli aracnidi “tessitori di orbite dorate” (golden orb weavers): questi devono il proprio nome ai fili lucenti che producono per poi tessere ragnatele che possono avere un diametro di oltre 3 metri.
Poco chiari i risvolti negativi dovuti all'invasione
I ragni Jorō, spiegano gli entomologi, sono arrivati negli Stati Uniti, ma probabilmente hanno raggiunto anche altri continenti, partendo dall’Asia, a bordo di navi cargo che compivano rotte internazionali. La loro capacità di adattamento, in primis quella climatica, ha consentito la colonizzazione di aree climaticamente inospitali per altre specie. Ma sono un pericolo? Nessuno sembra ancora saperlo. A detta degli scienziati è possibile, ma mancano elementi a supporto di tale teoria, che gli Jorō possano essere in realtà alleati importanti per l’ambiente, capaci di predeare altre specie invasive dannose, prima fra tutte le cimici. “C'è una forte tentazione di etichettarli come una cosa buona o cattiva - commenta Angela Chuang, aracnologa dell'Università della Florida –, ma non ne sappiamo ancora abbastanza per dirlo". L’esperta ha anche fatto notare che sui media le notizie su questa specie sono imprecise, se non addirittura clamorosamente errate, nel 47 per cento dei casi. La stessa immagine dei ragni Jorō è spesso sbagliata: in tanti scelgono immagini di esemplari di altre specie soltanto perché di dimensioni extra large e dunque in grado di impressionare i lettori. Ci sono poi altri media che sembrano voler dare una descrizione esageratamente positiva della specie. Ma anche in questo caso il risultato finale non è certo meno pericoloso. Il pubblico potrebbe sviluppare un falso senso di sicurezza, e va ricordato che ancora oggi mancano valutazioni sulla tossicità come anche sugli effetti ambientali causati dalla nuova specie.
Non esistono predatori interessati a questi ragni
Di certo l’invasione silenziosa degli Jorō qualche effetto lo avrà. La rapida crescita demografica, che ha portato la specie a diffondersi su territori vastissimi (si parla di oltre 120mila chilometri quadrati), causerà inevitabilmente la caduta di altre specie. Secondo le previsioni di Coyle potremo assistere presto all’estinzione di molte specie di piccoli ragni autoctoni, con conseguenze sull’intera catena alimentare. I ragni Jorō sono destinati ad aumentare sempre più di numero, anche perché non esistono predatori capaci di contenerne la diffusione, e a quel punto a rischiare potrebbero essere anche le popolazioni di api, farfalle e, più in generale, una moltitudine di impollinatori preziosi per l’agricoltura.