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Usiamo troppa sabbia e male. L’Unep lancia l’allarme: “Così andremo a sbattere contro un muro”

Ogni anno utilizziamo 50 miliardi di tonnellate di sabbia e ghiaia, sufficienti per costruire un muro largo 27 metri e alto altrettanto attorno al pianeta Terra

di GreenReport.it   
Foto Shutterstock
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La sabbia è fondamentale per lo sviluppo economico: è necessaria per produrre cemento e costruire infrastrutture vitali che vanno dalle case, alle strade e agli ospedali. Fornisce habitat e terreni di riproduzione per diverse specie di flora e fauna, svolgendo quindi anche una funzione vitale nel sostenere la biodiversità, comprese le piante marine che assorbono carbonio e filtrano l’acqua. La risorsa sabbia sarà fondamentale per il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile e per affrontare la triplice crisi planetaria del cambiamento climatico, dell’inquinamento e della perdita di biodiversità. Ma è una risorsa che viene utilizzata molto più velocemente di quanto possa essere reintegrato naturalmente, quindi la sua gestione responsabile è fondamentale.

Secondo il rapporto “Sand and Sustainability: 10 strategic recommendations to avert a crisis pubblicato dal GRID-Geneva team dell’United Nations environment programme (Unep) ogni anno utilizziamo 50 miliardi di tonnellate di sabbia e ghiaia, «Sufficienti per costruire un muro largo 27 metri e alto 27 attorno al pianeta Terra». Un consumo enorme che fa della sabbia la seconda risorsa più utilizzata al mondo dopo l’acqua. Per l’Unep, «Data la nostra dipendenza da essa, la sabbia deve essere riconosciuta come risorsa strategica e la sua estrazione e utilizzo deve essere ripensata» e il rapporto fornisce le indicazioni necessarie, raccolte da esperti mondiali, per passare a pratiche migliori per l’estrazione e la gestione delle risorse.

Il rapporto ricorda che «Dove l’estrazione della sabbia volge un ruolo attivo, come i fiumi e gli ecosistemi costieri o marini, può portare all’erosione, alla salinizzazione delle falde acquifere, alla perdita di protezione contro le mareggiate e all’impatto sulla biodiversità, che rappresentano una minaccia per i mezzi di sussistenza e, tra le altre cose, l’approvvigionamento idrico, la produzione alimentare, la pesca o l’industria turistica».

Il rapporto fa seguito a una risoluzione sulla Mineral resource governance  adottata alla quarta United Nations Environment Assembly (UNEA) che chiedeva azioni per la gestione sostenibile della sabbia. Un mandato confermato all’UNEA-5 del  2022 nella nuova risoluzione “Environmental aspects of minerals and metals management” adottata da tutti gli Stati membri dell’Unep.

Gli autori del rapporto sono convinti che «La sabbia deve essere riconosciuta come una risorsa strategica, non solo come materiale da costruzione, ma anche per i suoi molteplici ruoli nell’ambiente. I governi, le industrie ei consumatori dovrebbero valutare la sabbia in un modo che ne riconosca il vero valore sociale e ambientale. Ad esempio, mantenere la sabbia sulle coste può essere la strategia più conveniente per adattarsi ai cambiamenti climatici grazie al modo in cui protegge dalle mareggiate e dagli impatti dell’innalzamento del livello del mare: tali servizi dovrebbero essere presi in considerazione nel loro valore».

Il rapporto propone anche lo sviluppo di uno standard internazionale sul modo in cui la sabbia viene estratta dall’ambiente marino ed evidenzia che «Questo potrebbe comportare notevoli miglioramenti poiché la maggior parte del dragaggio marittimo viene effettuato tramite gare pubbliche aperte a società internazionali».

Intanto l’Unep raccomanda di «Vietare l’estrazione di sabbia dalle spiagge a causa della sua importanza per la resilienza costiera, l’ambiente e l’economia».

Pascal Peduzzi, direttore di GRID-Geneva team e coordinatore generale dell’Unep e per  “Sand and Sustainability”, fa notare che «Per raggiungere uno sviluppo sostenibile, dobbiamo cambiare drasticamente il modo in cui produciamo, costruiamo e consumiamo prodotti, infrastrutture e servizi. Le nostre risorse di sabbia non sono infinite e dobbiamo usarle con saggezza. Se riusciamo a capire come gestire il materiale solido più estratto al mondo, possiamo evitare una crisi e passare a un’economia circolare».

Gli autori dello studio dicono che esistono soluzioni per passare a un’economia circolare della sabbia, compreso il divieto di conferimento in discarica di rifiuti minerali e incoraggiare il riutilizzo della sabbia negli appalti pubblici. La roccia frantumata o il materiale da costruzione e demolizione riciclato, così come la “sabbia minerale” proveniente dagli scarti delle miniere sono tra le alternative praticabili e che dovrebbero essere incentivate, dettagli del rapporto. Ma avvertono che «Sono necessarie nuove strutture istituzionali e legali affinché la sabbia sia governata in modo più efficace e le migliori pratiche condivise e implementate. Le risorse di sabbia devono inoltre essere mappate, monitorate e segnalate. Nel frattempo, tutti gli stakeholders devono essere coinvolti  nelle decisioni relative alla gestione della sabbia, per consentire approcci place-based  ed evitare soluzioni universali».

A cura di GreenReport.it

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