Le spiagge e le dune europee sono sempre più assediate da strade ed edifici
Nel Vecchio Continente si registra la minore distanza tra mare e strutture come case e strade
Le spiagge e le dune sono vitali per l’ambiente e per le società e l’economia umana: ci proteggono dalle mareggiate e dalle inondazioni, sono un’importante fonte di acqua potabile e costituiscono un habitat importante per numerose specie animali e vegetali. Sono indispensabili anche quando trascorriamo una in spiaggia o facciamo una passeggiata tra le dune. Quando alle spiagge e alle dune viene concesso spazio sufficiente, possono svolgere tutte queste funzioni. Ma se le aree dunali diventano troppo ristrette, la protezione naturale dalle inondazioni, l’estrazione di acqua potabile e la biodiversità sono a rischio. Ma lo studio “A global analysis of how human infrastructure squeezes sandy coasts”, pubblicato su Nature Communications da un team di ricercatori olandesi guidato dal Nederlands Instituut voor Onderzoek der Zee (NIOZ) fa notare che «Eppure le spiagge e le dune sono sempre più schiacciate dalle infrastrutture da un lato e dall’innalzamento del livello del mare dall’altro».
Per mappare questa “compressione costiera”, i ricercatori hanno messo insieme i dati di misurazione di un lavoro precedente della Technische Universiteit Delft con quelli di Open Street Map e hanno misurato la distanza in linea retta dalla costa alla strada asfaltata o all’edificio più vicino. Hanno effettuato questa misurazione ogni chilometro, lungo tutte le spiagge sabbiose di tutto il mondo, per un totale di 235.469 misurazioni. Al NIOZ dicono che «queste misurazioni hanno mostrato che le infrastrutture umane sono generalmente situate molto vicino al mare. Mediamente il primo edificio o strada asfaltata si trova a 390 metri dal mare. Nei Paesi Bassi densamente popolati si arriva addirittura a 210 metri, e in Francia lo spazio è ancora più ristretto con 30 metri dal mare. Di tutti i continenti, l’Europa sembra avere le spiagge e le dune più intrappolate con una distanza media di 130 metri, mentre l’Oceania è quella meno compressa con una distanza media di 2,8 km».
Ma se le aree dunali diventano troppo strette, la protezione naturale dalle inondazioni, l’estrazione di acqua potabile e la biodiversità sono a rischio. Eppure le spiagge e le dune sono sempre più schiacciate dalle infrastrutture da un lato e dall’innalzamento del livello del mare dall’altro, scrivono i ricercatori dell’Istituto olandese per la ricerca marina, dell’Università di Groningen, dell’Università di Utrecht, della TU Delft, di Deltares e Staatsbosbeheer (il Corpo forestale dello Stato olandese) nella rivista leader Nature Communications. Per mappare questa compressione costiera, i ricercatori hanno combinato i dati di misurazione del lavoro precedente della TU Delft con i dati di Open Street Map. Hanno quindi misurato la distanza in linea retta dalla costa alla strada asfaltata o all’edificio più vicino. Hanno effettuato questa misurazione ogni chilometro, lungo tutte le spiagge sabbiose del mondo, per un totale di 235.469 misurazioni.
Queste misurazioni hanno mostrato che le infrastrutture umane sono generalmente situate molto vicino al mare. Mediamente il primo edificio o strada asfaltata si trova a 390 metri dal mare. Nei Paesi Bassi densamente popolati si arriva addirittura a 210 metri, e in Francia lo spazio è ancora più ristretto con 30 metri dal mare». Nell’Italia delle spiagge privatizzate e degli abusi edilizi sul Demanio, per molte spiagge 30 metri dalla prima costruzione e dalla strada sono un antico ricordo di molti anni fa. Lo studio conclude: «Di tutti i continenti, l’Europa sembra avere le spiagge e le dune più intrappolate con una distanza media di 130 metri, mentre l’Oceania è quella meno compressa con una distanza media di 2,8 km».
A cura di GreenReport.it