Un mondo che cambia in fretta, l’Antartide si scioglie a ritmi folli: persa una parte grande come l'Argentina
Per alcuni scienziati si tratterebbe di un evento estremo, forse addirittura quasi senza ritorno. Ma anche da parte degli esperti più cauti c'è grande preoccupazione

Un pezzo mancante grande come l'Argentina o le aree di Texas, California, New Mexico, Arizona, Nevada, Utah e Colorado messe insieme. Mentre l'emisfero settentrionale è soffocato da un'ondata di caldo estivo da record, è scattato così un nuovo allarme per l'Antartide: il ghiaccio marino è sceso a livelli minimi senza precedenti per questo periodo dell'anno, raggiungendo a metà di luglio 2,6 milioni di chilometri quadrati al di sotto della media dal 1981 al 2010, e circa 1,6 milioni di chilometri quadrati al di sotto del precedente minimo invernale stabilito nel 2022 (1,9 milioni di chilometri quadrati), secondo gli ultimi dati del National Snow and Ice Data Center (Nsidc). Per alcuni scienziati si tratterebbe di un evento estremo, forse addirittura quasi senza ritorno. Ma anche da parte degli esperti più cauti c'è grande preoccupazione.
A commentare i nuovi dati è chi conosce da vicino questi ghiacci
"Io dico no all'allarmismo ma la situazione va tenuta d'occhio"; il ghiaccio marino "nel 2022 era 'basso', nel 2023 è molto basso, ben al di sotto rispetto al 2010 o prima, ma questo non ci consente di dire se nel 2024 la situazione sarà uguale o peggiore", dice la glaciologa dell'Istituto di Oceanografia e Geofisica sperimentale (Ogs) di Trieste, Florence Colleoni, che ha compiuto due missioni di ricerca in Antartide a bordo della nave oceanografica 'Laura Bassi'. A differenza dell'Artico, per il quale c'è una casistica che mostra una tendenza chiara - "stiamo perdendo il ghiaccio" - per l'Antartide è "difficile dire che sta avvenendo lo stesso fenomeno. Ma possiamo affermare - spiega Colleoni - che osserviamo qualcosa di eccezionale".
Conseguenze gravi per l'ecosistema
I rischi sono alti, afferma dal canto suo il direttore del dipartimento di Scienze del sistema Terra e tecnologie per l'ambiente del Cnr, Fabio Trincardi. "Fino a dieci anni fa si pensava, sbagliando, che almeno l'Antartide fosse immune da queste destabilizzazioni" ma oggi i dati sulla riduzione "fanno pensare a conseguenze gravi per l'ecosistema, con pinguini e foche che ad esempio si troverebbero 'senza casa' e per la stabilità dei ghiacciai e delle calotte di ghiaccio costiere, che si troverebbero direttamente sotto l' 'attacco' delle onde oceaniche e delle correnti oceaniche superficiali e intermedie sempre più calde, relativamente alla temperatura in cui sono stabili i ghiacci". Secondo l'esperto se è vero che occorre considerare che i ghiacci marini ai Poli "subiscono grandi oscillazioni stagionali, ovviamente, e interannuali, qui si teme un salto di stato del sistema". Ogni anno la riduzione raggiunge i livelli più bassi verso la fine di febbraio, durante l'estate del continente. Il ghiaccio marino poi si ricostruisce durante l'inverno. Ma quest'anno non è tornato ai livelli previsti.
Difficile stabilire come risponde l'Antartide al riscaldamento globale
Ted Scambos, glaciologo dell'Università del Colorado Boulder, rispetto al nuovo record negativo alla Cnn ha detto che "il gioco è cambiato" negli ultimi due anni, ma soprattutto quest'anno, rispetto a tutti gli anni precedenti che risalgono ad almeno 45 anni fa" il che, afferma, "potrebbe indicare un cambiamento a lungo termine" ed è "più probabile che non vedremo il sistema antartico riprendersi per un periodo molto lungo nel futuro, e forse 'mai" '. E Julienne Stroeve, scienziato senior al National Snow and Ice Data Center, parla di "un grande scostamento dalla media" anche se "è troppo presto per dire se si tratta di nuova normalità o no".
Un allarme sull'Antartide che arriva pochi giorni dopo il vertice delle Nazioni unite sull'alimentazione a Roma sul quale è tornato il segretario generale Onu António Guterres lanciando un nuovo patto sul clima. "Limitare l'aumento della temperatura globale a 1,5 gradi Celsius è ancora possibile - dice a La Repubblica - ma richiederà una riduzione delle emissioni di carbonio del 45% entro il 2030". Mentre si osserva e si discute, in Cina, tra Pechino e Shijiazhuang, oltre 47.000 persone sono state evacuate a causa delle piogge torrenziali provocate dal tifone Doksuri.