L’anno scorso l’ONG Sea Shepherd e la marina militare Messicana hanno dato il via ad “Operazione Miracolo”, con la missione di salvaguardare l’habitat dove vivono gli ultimi esemplari della focena del Golfo di California. Si tratta del cetaceo più piccolo al mondo, che si trova in grave pericolo di estinzione: ne rimangono tra i 6 e i 20 esemplari. Un anno dopo, il gruppo ha dichiarato di aver ridotto di oltre il 70% il numero di ore in cui i pescherecci operano dove vivono questi preziosi animali, il golfo del Pacifico che separa la penisola della Bassa California dalla terraferma.
La focena del Golfo di California, tassonomicamente chiamata Phocoena sinus, è il più piccolo delfino del pianeta, e gli esemplari riescono a malapena a raggiungere i 150 cm di lunghezza e i 50 kg di peso. Di tutte e sei le specie di focene, le vaquita sono le più piccole, riconoscibili per la forma simile a quella di un delfino, il muso prominente e gli occhi e la bocca contornati di nero. Raramente la si avvista in acque più profonde di 30 metri, e ci sono poche segnalazioni di questo cetaceo in natura.
Sembra che nuoti molto lentamente, è elusiva e tendenzialmente in grado di evitare le imbarcazioni di ogni genere. Emerge per respirare con un movimento lento e in avanti, che smuove appena la superficie dell’acqua, poi scompare. Riesce perfino ad adattare la frequenza cardiaca, con il solo respiro, alla profondità del mare che deve raggiungere. Immersione breve, battito veloce; immersione lunga, battito lento.
Ma tanta intelligenza non basta alle focene per sopravvivere e per evitare l’estinzione. L’unica speranza per salvare questa specie, come altre minacciate dall’uomo, è strettamente legata alla sensibilità dei pescatori, e al divieto di utilizzo delle reti da posta, principale causa di morte. La vaquita è di fatto una vittima collaterale della caccia ai totoaba. Soprannominata anche “panda del mare”, è il mammifero marino più minacciato al mondo.