Tutto iniziò 32 anni fa. Era il gennaio 1992 quando un container della nave cargo Ever Laurel, proveniente da Hong Kong e diretta a Tacoma, nello stato di Washington, nel nord-ovest degli Stati Uniti, si rovesciò nel mezzo dell’Oceano Pacifico riversando 7.200 paperelle di gomma giocatolo. E se lo scienziato Curtis Ebbesmeyer pensò: “Quale miglior modo che lasciarle ‘navigare’ per scoprire il mondo nascosto delle correnti oceaniche?” in molti però si preoccuparono per l'impatto ambientale. Di sicuro questo incidente fu importante per la ricerca scientifica che coniò il termine “Flotsametrics” per indicare questo tipo di studi.
Le papere furono trovato nel corso degli anni in Alaska, sud dell’Australia, Oceano Atlantico e Scozia. Questo perché i mari che noi chiamiamo in modo diverso come se fossero divisi sono invece interconnessi in un unico sistema. Ma purtroppo anche che la plastica può durare decenni senza neppure subire danni. Le paperelle vengono ancora oggi ritrovate intatte.
E' probabile che molte di esse siano finite nel grande ammasso di spazzatura galleggiante che si trova nel Pacifico e copre una superficie più grande di quella della Francia. Ricordiamo anche che la nave cargo non rovesciò solo paperelle ma anche altri giocatoli di plastica. In tutto 28.800 animali di gomma. Grazie però a questo disastro abbiamo anche conosciuto una rete mondiale di correnti fino a quel momento sconosciuta. Offrendoci una lezione importante: qualsiasi cosa rovesciamo di pericoloso in un mare può essere devastare potenzialmente per tutti i mari della Terra.
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