Piazzare il 30% del pianeta sotto protezione minima entro il 2030, dimezzare i rischi dei pesticidi e dell’introduzione di specie invasive, mobilitare 200 miliardi di dollari all’anno per salvaguardare la natura: sono gli obiettivi della Cop16 sulla biodiversità in corso a Calì. Ma i negoziati sono in stallo. Il divario è sempre lo stesso: il Nord del mondo ricco contro i poveri. Non c'è più tempo: a cinque anni dall’obiettivo, solo il 17,6% delle terre emerse e delle acque interne e l’8,4% degli oceani e delle aree costiere si trovano in aree protette.