Ci troviamo in Andalusia, all’interno di una miniera d'argento ormai abbandonata situata a Pulpi. Cinquanta metri sottoterra si cela quello che per i geologi di tutto il mondo è indiscutibilmente il geode più grande d’Europa, e anche il più importante tra quelli accessibili al pubblico. Il geode, che prende il nome della località che lo ospita, Pulpì, è un minerale costituito dalla cavità di una roccia magmatica rivestita da enormi cristalli di gesso. Uno scrigno incantato, lungo 8 metri, alto 2 e con un diametro di 11 metri, diventato in poco meno di 20 anni meta di pellegrinaggio. Scoperto quasi per caso dal Gruppo Mineralogista di Madrid, Il Geode di Pulpì può ospitare al suo interno un piccolo gruppo di persone. La sua origine è frutto di un processo lunghissimo, durato secondo gli esperti 6 milioni di anni. Il geologo Francisco Fernandez Amo spiega che "ci possono essere diversi processi di genesi. Generalmente uno spazio si riempie di un liquido, lentamente, una soluzione salina. In questo caso si tratta di solfato di calcio, che crea cristalli di selenite. Hanno bisogno della giusta quantità di tempo, temperatura e pressione per formarsi". Aggiunge che in Europa un geode di queste dimensioni è un unicum. Ce n'è uno in Messico che è più grande, ma il problema è che si trova ad una profondità di più di 200 metri, quindi l'accesso al pubblico è complesso, o meglio, proibitivo". Il sito ufficiale: https://www.geodapulpi.es/