Uno studio condotto da un team internazionale di scienziati lancia l’ennesimo - e sempre più accorato - allarme attraverso il quale si denuncia il crollo della popolazione europea di farfalle e altri insetti impollinatori. Secondo gli esperti la progressiva estinzione è dovuta al cambiamento negli habitat e nell'intensificazione dell'agricoltura, che ha portato alla trasformazione di paesaggi sensibili come brughiere e prati umidi. Lo studio, i cui risultati sono stati pubblicati sulle pagine della rivista Science of Total Environment, dimostra come la conservazione della natura può salvare le specie dall’estinzione. Scrive il tedesco Die Zeit che i ricercatori hanno valutato i dati di 68 specie di farfalle che sono state trovate in 60.000 punti di osservazione in un'area di oltre 7.000 chilometri quadrati vicino a Salisburgo, nell'Austria settentrionale, basandosi su dati e classificazioni risalenti al 1920. I dati dimostrano che “numerose specie stavano già diminuendo nelle loro popolazioni all'inizio del secolo scorso", ha spiegato Thomas Schmitt, direttore del Senckenberg Institute di Münchberg, responsabile della ricerca sugli insetti che insegna all'Università di Potsdam. La prima ondata di estinzioni, aggiungono i ricercatori, ha colpito principalmente le farfalle che vivono in ecosistemi sensibili come le paludi. “Tali habitat - ha affermato il biologo Jan Christian Habel dell'Università di Salisburgo, autore principale dello studio - venivano già distrutti alla fine del XIX secolo, durante il periodo di crescita demografica più intensiva in Europa, a causa della forte espansione dell'uso agricolo e forestale". Dalla metà del secolo scorso molte specie di farfalle si sono estinte a causa del deterioramento della qualità del loro habitat. Attualmente l’emergenza è grave, anche perché non ci sono “quasi più prati vallivi ricchi di fiori con la loro alta biodiversità, perciò le farfalle stanno scomparendo con loro”. Foto Shutterstock