Scoppia la polemica, in Brasile, sulla decisione del governo di far affondare in pieno oceano la portaerei São Paulo A12. Dopo mesi di tentativi di dare una destinazione alla nave, è stato scelto di colarla a picco a 350 chilometri dalla costa brasiliana, in una regione dove i fondali si trovano a circa 5.000 metri di profondità. “La procedura è stata eseguita con le necessarie competenze tecniche e di sicurezza dalla Marina brasiliana – evidenzia in un comunicato il ministero della Difesa -, al fine di evitare danni logistici, operativi, ambientali ed economici allo Stato brasiliano". Ma i dubbi sono troppi, tanto da spingere l’Ibama, Istituto brasiliano per l'ambiente e le risorse naturali rinnovabili, a diffondere una nota stampa nella quale esprime tutte le sue perplessità. A detta della Ong i rischi ambientali sarebbero infatti moltissimi, non ultimo il rilascio di materiali inquinanti che fanno parte della struttura della nave. Il dramma è nato a seguito dell’annullamento delle autorizzazioni all'esportazione da parte della Turchia, che inizialmente - attraverso la società turca Denizcilik - si era detta disponibile a gestire il riciclo dei materiali impiegati per la realizzazione dello scafo.