Rischia di scomparire per sempre il cervo italico (Cervus elaphus italicus), sottospecie autoctona che vive ormai soltanto nel Bosco della Mesola, in provincia di Ferrara. Allo stato attuale se ne contano meno di 300 esemplari, ma per questi animali non è tuttavia detta ancora l’ultima parola. In questi giorni, infatti, si è conclusa la prima fase dell’Operazione Cervo Italico, che ha visto in campo, con uno sforzo senza precedenti, Carabinieri Forestale, gestori della Riserva Naturale Bosco della Mesola, il Parco Naturale Regionale delle Serre, l’Università di Siena, il WWF Italia, DREAM Italia, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Lazio e Toscana e il Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie dell’Università Alma Mater Studiorum di Bologna.
Cosa prevede l’Operazione Cervo Italico
L’operazione ha portato alla cattura di 20 ungulati che sono stati trasferiti (in totale sicurezza) nel Parco Naturale Regionale delle Serre, a oltre mille chilometri di distanza, e nelle Riserve naturali circostanti della Calabria. L’obiettivo è quello di creare una nuova, e si spera prosperosa, colonia. Gli individui traslocati sono stati visitati dai veterinari e poi dotati di un collare satellitare, che consentirà la verifica degli spostamenti, il tasso di sopravvivenza e di riproduzione, e anche di capire le eventuali cause di mortalità. I venti esemplari catturati sono soltanto i primi dei 60 o più previsti (almeno 20 individui per anno, per tre annualità - 2023, 2024 e 2025).
“Per non interferire con le fasi più delicate del ciclo biologico della specie, il rilascio avverrà ogni anno all’interno della finestra temporale compresa tra i mesi di novembre e marzo. – spiega il WWF –. Nei prossimi mesi verranno svolti incontri pubblici presso i comuni dell’area protetta del Parco Naturale Regionale delle Serre, con l’intento fornire informazioni ai cittadini in merito alle operazioni in corso e al valore della specie per la biodiversità locale ed italiana”.
Il principe dei boschi avrà un proprio regno
Il progetto è ambizioso, e non certo semplice. Fin dal secondo dopoguerra il Cervus elaphus italicus ha dovuto affrontare tantissime sfide, non ultima l’introduzione nel territorio dei cervi europei (Cervus elaphus hippelaphus). Fino ad oggi il “principe dei boschi”, così viene chiamato il cervo italico, ha vissuto una condizione di isolamento genetico che non lo ha certo aiutato a prosperare, ma sogna la fine del suo esilio, e anche di riprendersi qualche territorio.
Foto Ansa e Foto Marco Barretta